Le chiese del Vomero tra accoglienza e carità
Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra:
“Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi”.
Queste bellissime parole dell’ Evangelista Matteo sono rivolte a chiunque, indipendentemente dalla religione professata e dal momento storico, tuttavia è in questo periodo di avvicinamento alla Santa Pasqua che si caricano di valenza ancora maggiore. Benché spetti a tutti noi impegnarci per il prossimo, è del tutto normale guardare alle nostre chiese come esempio di carità e di apertura verso l’altro, come sottolineato anche da Papa Francesco, ed è proprio partendo da questa considerazione che Vomero Magazine ha pensato di condurre una piccola inchiesta tra alcune parrocchie del Quinto Decanato, allo scopo di avere un’idea più chiara della carità e dell’assistenza verso i più bisognosi nel territorio collinare.
Le strutture campione sono le seguenti:
– Santa Maria della Libera
– Santa Maria della Rotonda
– La Beata Vergine Immacolata
– Maria SS. del Buon Consiglio
– Santi Antonio da Padova e
Annibale Maria
– Santa Maria del Buon Consiglio a Confalone
– il Sacro Cuore di Gesù
Punto di partenza è naturalmente la Caritas e la distribuzione di generi alimentari e di capi di abbigliamento, che può assumere forme differenti, come ad esempio il Market della Solidarietà di Santa Maria della Libera (in cui, in un esercizio di buon senso, si prende solo ciò di cui si ha bisogno, tenendo sempre in mente gli altri come spiega Padre Sebastiano), ma rimane un’attività comune a tutte le parrocchie. Il passo successivo è l’assistenza ai malati e agli anziani, anch’essa assai diffusa, che si concretizza nel prestare strumenti come carrozzine, stampelle e quant’altro a chi ne avesse bisogno, come racconta Padre Leonardo della Beata Vergine Immacolata. Molto interessante in tal senso è il progetto Europeo “Perssilaa” attivo presso Santa Maria del Buon Consiglio a Confalone e illustrato da Padre Francesco e Padre Raffaele: esso prevede una serie di attività per gli over 65 (ginnastica dolce, uso del computer, conferenze, ecc…), che vanno ad aggiungersi a momenti di aggregazione più classici come i giochi del burraco e dello scopone.
Oltre all’attenzione per gli anziani, è diffusa quella per i giovanissimi: Padre Salvatore di Santa Maria della Rotonda racconta che è attivo un servizio di doposcuola per studenti le cui famiglie non possono permettersi delle lezioni private. Non del tutto diverso è quanto accade presso il Sacro Cuore di Gesù: Padre Italo spiega come vengano applicati sconti, anche decisamente consistenti, agli studenti in difficoltà con la retta scolastica.
Naturalmente, gli immigrati non rimangono al di fuori delle opere di misericordia e solidarietà: presso Santa Maria della Rotonda è attivo da più di quindici anni un centro di ascolto, oltre al gruppo del Buon Samaritano che ogni giovedì prepara settanta cene per una struttura ubicata nella Sanità. Allo stesso modo, presso i Santi Antonio di Padova e Annibale Maria vengono accolti e sfamati più di cento bisognosi tra mendicanti e senza fissa dimora, molti dei quali di religione musulmana. Padre Antonio ci spiega che oltre a un sostanzioso pasto, i poveri hanno a disposizione dei servizi igienici, delle docce, un cambio di biancheria, una lavanderia e possono avvalersi dell’aiuto di un medico e – qualora ne avessero bisogno – di un avvocato. Inoltre, c’è un pulmino che porta dei pasti caldi ai poveri di altre zone della città, al quale se ne aggiungerà presto un altro per i bisognosi che hanno difficoltà a spostarsi. Presso il Sacro Cuore di Gesù, infine, due volte alla settimana vengono preparati dei pasti caldi da distribuire ai bisognosi.
Il quadro delle attività presenti sul territorio è davvero variegato e degno di lode (basti pensare all’ascensore della Beata Vergine dell’Immacolata o alle raccolte per i carcerati e ai tornei di calcetto a scopo benefico di Santa Maria della Libera), al punto che una sua trattazione esaustiva è del tutto impossibile negli ovvii limiti di questo articolo, ma una riflessione si impone su quanto suggerito dai Padri Agostiniani di Maria SS del Buon Consiglio. Al di là della povertà materiale, è importante rendersi conto della diffusione di quella esistenziale, ed è in tal senso che essi si stanno muovendo e continueranno a muoversi.
Il secondo punto dell’inchiesta di Vomero Magazine riguarda l’accoglienza di persone in difficoltà in eventuali ambienti o immobili di proprietà delle parrocchie. Alcune strutture sono dotate di spazi esigui ed adibiti principalmente al doposcuola e al catechismo, come Santa Maria della Rotonda e Santa Maria del Buon Consiglio a Confalone, mentre il Sacro Cuore di Gesù e Santa Maria della Libera ne hanno ancora meno.
Alcune parrocchie hanno ospitato dei bisognosi in passato: una famiglia in gravi condizioni è stata accolta per un periodo di poco inferiore ad un anno presso il convento dei Padri Agostiniani di Maria SS del Buon Consiglio. Allo stesso modo, la Beata Vergine Immacolata ha offerto alloggio, in passato, a genitori di bambini ricoverati presso il Santobono, ma le difficoltà in questo caso risiedono non tanto nel trovare una stanza per ospitare chi ne ha bisogno, quanto nell’essere in grado di offrire una serie di servizi a cominciare dai bagni e dalle docce. In tal senso, c’è un progetto per adibire a tali funzioni di accoglienza una struttura di proprietà della parrocchia in Via Filippo Cifariello, presso la Piccola Pompei.
Anche i Santi Antonio di Padova e Annibale Maria hanno in cantiere un edificio a due piani, finanziato da Padre Antonio, in cui implementare l’attività di aiuto verso i più bisognosi, e i cui lavori partiranno a breve, non appena sistemata la parte burocratica con il Comune. Allo stato attuale la parrocchia ospita, nella struttura dei sacerdoti e dei seminaristi, una casa alloggio con sei minori (ma può arrivare fino a otto) con episodi di delinquenza alle spalle, e che vengono affidati alle cure di un sacerdote, in luogo di un soggiorno a Nisida.
Ciò che emerge da questa piccola e necessariamente incompleta indagine è, oltre al grande impegno – repetita iuvant – delle parrocchie, la dedizione dei fedeli e dei volontari delle varie comunità, che non esitano a mettersi in gioco in prima persona e si rimboccano le maniche per venire incontro ai fratelli e alle sorelle meno fortunati.
GABRIELE BASILE
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