L’ATTUALITÀ DEI LITIGI FRA DON CAMILLO E PEPPONE
ITALO MATTONE RACCONTA IL LAVORO SVOLTO PER REALIZZARE IL FUMETTO DEL DECENNALE
“Avere posizioni contrapposte, litigare animatamente, ma poi, magari con il sorriso e il rispetto reciproco, trovare una soluzione adeguata e condivisa”. Questo è lo spirito che pervade le storie di Don Camillo e Peppone, i personaggi nati dalla mente di Giovannino Guareschi nell’immediato secondo dopoguerra. A dare nuova linfa a questi iconici personaggi ci ha pensato Giovanni Ferrario, art director di ReNoir Comics, che nel 2010 ha deciso di produrre una serie a fumetti.
Lo scorso anno si sarebbe dovuto festeggiare il decennale, ma la pandemia ha bloccato tutto, si è, però, trattato solo di un rinvio al 2021, a luglio è infatti stato distribuito il ventesimo volume della serie arricchito dalla copertina realizzata da Gabriele dell’Otto. “La longevità del progetto è lo specchio del successo della serie – ci racconta il disegnatore napoletano Italo Mattone, autore di una delle quattro storie contenute nel volume dell’anniversario, intitolata ‘Ritorna il 1922’ –, durante le fiere (ndr quando si potevano fare) arrivavano valanghe di richieste di sketch, non solo da un pubblico adulto, ma anche da giovani appassionati”.
“Nel fumetto vengono trattati argomenti universali, spesso attualissimi – prosegue Mattone – e c’è veramente molto materiale visto il numero elevato di racconti realizzati da Guareschi”. Il progetto è stato sempre supervisionato dagli eredi dell’ideatore dei due celebri personaggi. L’ultimo controllo prima della stampa è, infatti, affidato al figlio di Guareschi che ha anche aperto un piccolo museo a Busseto (Parma) dedicato al padre e ai suoi personaggi ed è in costante contatto con Davide Barzi, sceneggiatore, che ha scelto di fare riferimento nel suo lavoro esclusivamente ai racconti.
“Per questo si ritrova negli albi un piglio leggermente più serioso e ci sono anche scene un po’ più dure del previsto, nel rispetto della scrittura originale”, racconta Mattone che spiega quanto lavoro ci sia alle spalle della realizzazione di un fumetto storico.
Un lavoro fatto di studio dell’abbigliamento, dei paesaggi, delle ambientazioni degli anni 50’ in Italia. “Il fascino di disegnare questo tipo di storie sta soprattutto nella ricerca delle atmosfere originali – spiega il disegnatore che annovera nel suo carnet avventure di personaggi editi dalla Bonelli come Julia o Nathan Never –, bisogna cercare di riprodurre gli ambienti dell’epoca, attraverso un realismo che lascia comunque un po’ di spazio alla caratterizzazione caricaturale dei personaggi”. Proprio il Don Camillo di Mattone è, infatti, realizzato con maggiore libertà rispetto a Peppone che è, invece, il ritratto di Guareschi. Se fossero personaggi del nostro tempo, cosa starebbero facendo adesso?
“Probabilmente starebbero litigando per scegliere chi votare alle prossime elezioni comunali”.
Giuseppe Porcelli
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