L’arte migliora la vita
Restare sbalorditi, senza nemmeno capire bene il motivo, di fronte ad un quadro o una scultura, è una sensazione da provare. Non c’è bisogno di essere critici o esperti, c’è solo bisogno di curiosità e di ricerca. Per questo, l’arte deve essere a disposizione di tutti, nella sua casa naturale, un museo, ma anche per strada. Ben vengano, quindi, le opere di Lello Esposito, di Luigi Mazzella o di Ernesto Tatafiore. Non piacciono? Bene, spostiamole, spieghiamo, ragioniamo, confrontiamoci. Ci piacciono? Ancora meglio, vuol dire che è stato dato un contributo adeguato al territorio e alla società. Spesso gli artisti locali rappresentano la nostra cultura, i nostri simboli e li portano nel mondo o, quando il mondo viene in città, lo accolgono a braccia aperte. Così è per il Vesuvio, le maschere, il corno, Pulcinella o la sirena che oggi illuminano Chiaia, sui disegni di Lello Esposito, ma che domani potranno illuminare il Vomero o magari creare un precedente da imitare. Copiare qualcosa di bello e funzionale, infatti, non sarebbe un errore, ma una buona prassi. Si tratta di valorizzare le nostre ricchezze come sarebbe opportuno valorizzare l’artigianato. Il mese di dicembre è, per eccellenza, quello dei pastori e del presepe. I Maestri artigiani che popolano la nostra città hanno diritto di proporre i propri prodotti non solo nel folklore del Centro Storico, ma anche in zone più vivibili, per decongestionare strade più frequentate, e dare impulso economico anche a luoghi più periferici o comunque meno affollati. Un lavoro che l’amministrazione pubblica, magari con il miglioramento dei mezzi di trasporto, e i privati, con l’incremento di investimenti mirati, potrebbero portare avanti con maggiore concretezza.
Giuseppe Porcelli
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