L’altra voce: parlano i negozianti. Notte bianca o nera?
di Rita Sparano
“Festa di paese”: ecco come è stata definita la terza edizione di Vomero Notte, tenutasi sabato 11 ottobre nelle strade super affollate del Vomero, dai commercianti della zona. Corali le lamentele sollevate da chi aspettava questo evento come un’occasione d’oro per le vendite, ma che ha abbassato la saracinesca deluso e avvilito. Il Vomero Magazine è andato a tastare l’umore dei commercianti che hanno partecipato alla Notte Bianca, e alla domanda su quali fossero le loro impressioni, unanime è stata la denuncia di scarsa organizzazione e mancanza di adeguati controlli. Vincenzo De Nocera, da tempo titolare di una delle bancarelle di libri in via Luca Giordano, lamenta, in particolare, la totale assenza delle autorità competenti in una manifestazione come quella di Vomero Notte, particolarmente caotica ed affollata. “Le nostre bancarelle servivano da sfondo per coloro che vendevano prodotti alimentari e bibite. Sono stato costretto a chiudere quando vicino a noi si è creata una folla di scalmanati attirati dalla pizzeria che si era stabilita qui vicino”, denuncia De Nocera, il quale, alla domanda sul perché lamentarsi delle scarse vendite se non si è organizzata alcuna iniziativa pubblicitaria, afferma di averlo fatto negli anni precedenti, ma che oggi ormai la cultura va passando di moda, e che sarebbe stato solo una perdita di tempo. Sullo stesso filone le dichiarazioni di Paola Cirillo, anche lei proprietaria di una bancarella, che si sofferma, in particolare, sulla scarsa partecipazione all’evento da parte dei vomeresi, che sembrano essersi dileguati dal loro quartiere, piuttosto che prendere parte alle numerose iniziative organizzate. “Non ho sentito lo spirito di aggregazione solito del Vomero, e ciò mi è molto dispiaciuto. Ho notato, anzi, una presenza assai massiccia di persone provenienti da altre zone di Napoli, interessate, in fondo, al solo trambusto generato da una manifestazione di questa portata”, sostiene Paola Cirillo, “ed ecco che una bancarella come la mia, che propone prodotti di artigianato e argenteria, non è stata presa in considerazione, a differenza, invece, dei moltissimi abusivi. Loro sì che ci hanno guadagnato, insieme alla associazioni che si sono occupate dell’organizzazione dell’evento”. Proprio a proposito dei venditori abusivi, in moltissimi hanno segnalato la loro irregolare presenza, che ha creato disagi e problemi. “Ce n’erano dappertutto, e hanno venduto indisturbati, poiché nessuno mai veniva a controllare” lamenta Bruno Pandolfo, storico titolare di un chiosco in via Luca Giordano, il quale, inoltre, denuncia la vergognosa condizione in cui versava via Francesco de Mura, trasformata in un orinatoio pubblico da persone di tutte le età. Grave disagio, dunque, quello vissuto dagli esercizi commerciali vomeresi, nonostante i loro sforzi per attirare la clientela ed invogliare agli acquisti non food: molti negozianti, infatti, hanno lanciato campagne di promozione e di sconti esclusive per quella notte, ma con scarsi risultati. “Chi girerebbe tra la folla con i pacchetti dello shopping?” ammette Rita Maesi, commessa del negozio Yo Soy Feliz in Via Scarlatti, che aggiunge: “La Notte Bianca ci ha portato più svantaggi che favori: ho venduto meno di un qualsiasi altro sabato, e, perciò, sono stata costretta a chiudere. Il motivo delle poche vendite è stato il cambio di clientela”. Cambio di clientela, o poca pubblicità? “La pubblicità non serve: l’anno scorso pagammo un musicista per attirare clienti. Il risultato? Soldi buttati”, risponde Rita Maesi, che conclude,però, con una proposta: perché non organizzare un’edizione dedicata allo shopping, anziché al cibo, per incentivare le persone all’acquisto di prodotti di ogni tipo, e non solo cibari?
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