La sindrome da alimentazione notturna
Non è raro ascoltare pazienti che raccontano di mangiare poco durante la giornata, di saltare addirittura la colazione e non sapersi spiegare il perché di un aumento ponderale. Pian piano però viene fuori, grazie ad un’indagine alimentare che il paziente si sveglia per mangiare di notte, che ha un sonno disturbato e che si verificano diverse abbuffate prima di riprendere sonno. Quello che accade di notte non sempre viene riportato in visita, in parte per vergogna e in parte perché viene considerato dal paziente un comportamento di scarsa importanza ai fini del trattamento nutrizionale, come se la notte fosse una parentesi da poter ignorare. Questa valutazione è del tutto erronea. E’ sempre fondamentale conoscere tutte le abitudini del paziente per creare un percorso adatto, estremamente personalizzato e cercare di dare un nome al problema. Tra i disturbi del comportamento alimentare esiste la night eating syndrome o sindrome da alimentazione notturna, una particolare associazione tra un disturbo del sonno, un disturbo dell’umore e un disturbo alimentare. E’ una sindrome che ha in genere esordio tra i trenta e i quaranta anni, anche se può avere inizio in altri periodi della vita. È caratterizzata dalla presenza di un’alterazione del comportamento alimentare (perdita di appetito durante il giorno, iperfagia serale e notturna) , un’alterazione del sonno (risvegli notturni con uscite dal letto, andare a letto tardi e risvegliarsi presto, insonnia) e problemi emotivi (depressione, sensi di colpa, ansia, ossessioni e compulsioni, rabbia nei confronti di se stessi, imbarazzo, stress). La causa è un’inversione del normale ritmo ormonale fra notte e giorno, che porta ad un crollo dell’umore durante i risvegli; in tal modo si stabilisce un rapporto diretto tra depressione, fame e risvegli notturni. È un problema che va affrontato, quindi, non solo dal punto di vista nutrizionale ma anche psicologico ed eventualmente farmacologico. Il paziente che soffre di sindrome da alimentazione notturna spesso si alimenta scarsamente a colazione e a pranzo, fa una cena normale, ma poi tende a mangiare abbondantemente e in modo compulsivo, mediante ripetute abbuffate nel periodo serale ed in quello notturno. Questo comporta forti disturbi nella qualità e nella quantità del sonno con difficoltà nell’addormentamento, raggiunto solo dopo ripetute abbuffate di cibo e continui risvegli durante la notte. A differenza dell’anoressia e della bulimia, il paziente non presenta una forte preoccupazione per il peso e per le forme corporee, ma viene sopraffatto da un forte senso di colpa per le abbuffate serali e notturne del giorno precedente, in associazione a dinamiche emotive di vergogna, rabbia ed ansia per lo scarso autocontrollo dimostrato. La soluzione a livello nutrizionale è ristabilire il giusto ritmo dei pasti, per poi andare a definire la quantità e la qualità degli alimenti. Un diario alimentare associato alle linee guida per una sana e corretta alimentazione possono senz’altro garantire una maggiore consapevolezza dei cibi consumati ed essere un ottimo strumento per migliorare la propria alimentazione.
Simona Cavallaro
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