La mania di riempire le giornate dei figli
Viviamo tutti in un periodo in cui una delle idee dominanti è fare qualcosa. Non importa di che genere, ma è importante farla.
Ecco allora che le nuove generazioni di genitori cercano di fare in modo che i figli non restino mai senza far nulla, nei loro momenti liberi: li iscrivono a qualsiasi attività extrascolastica, religiosa, linguistica, culturale, sportiva, come se fosse una giornata lavorativa scandita dal rigoroso rispetto dello scorrere del tempo.
Poveri bambini. Sono così costantemente impegnati, così iperstimolati che perdono il contatto con una dimensione fondamentale per l’essere umano: la noia, quel mix di inerzia, distacco, fastidio, monotonia, indifferenza, non senso, di volta in volta presenti in misure diverse, che si traduce nel non sapere cosa fare, come fare, come provare interesse o emozioni e sentirsi partecipi e soprattutto sentirsi vivi.
La noia è una realtà estremamente soggettiva che dipende da una mancanza di stimoli: attività che sono interessanti per alcuni diventano noiose per altri.
Ma la vita, in fondo, è un’alternanza di stati opposti e non è possibile vivere solo quelli che solitamente vengono definiti positivi. Se non può esserci gioia senza conoscere la tristezza, non può esserci passione e pienezza senza conoscere la noia.
E i bambini di oggi corrono un enorme rischio, se confrontati con quelli di qualche decennio fa: la privazione della noia.
Ve la dirò in maniera molto semplice: i bambini devono annoiarsi. Certo, non troppo. Spesso questi genitori sono spaventati dal rischio che i figli possano annoiarsi e pensano che tenerli sempre occupati sia utile per la loro crescita, l’intelligenza e l’inventiva.
Peccato però che sia proprio la noia il potente motore che stimola la creatività, il pensiero e l’autonomia. Tranquilli, i figli non diventeranno tristi se sperimentano la noia, né diventeranno apatici, insoddisfatti o si abbasserà il loro rendimento scolastico.
Chiaramente non significa lasciare a sé stessi i vostri figli, ma aiutarli ad accettare la noia come un momento transitorio.
Se volete quindi che i vostri figli diventino creativi, liberi di pensare e di esplorare sé stessi non trasformate la loro vita in una corsa e non spingete troppo sull’acceleratore della loro agenda.
Perché è indispensabile che ritrovino il tempo per rielaborare le loro esperienze e i loro vissuti…
…e questo accade anche attraverso la noia.
Luca Pizzonia – Psicologo Psicoterapeuta
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