La lotta alla camorra? “Parte dai negozi”
Iclan, oggi, invece di farsi consegnare il pizzo dagli imprenditori, preferiscono maggiormente, puntare su una tipologia di pizzo più “occulta”: imporre i materiali da acquistare, selezionare la manodopera e, per non farci mancare nulla, richieste di piccoli favori. Il sistema camorristico si muove fondamentalmente tra questa nuova forma di pizzo e le intimidazioni. Nell’ultimo periodo le vittime preferite dai clan sono le imprese edili coi loro cantieri; vengono intimiditi inizialmente attraverso piccoli danni e furti che piano piano si trasformano in aggressioni fisiche e minacce. Anche i lavori di ristrutturazione fanno gola alla camorra: risulta più facile entrare in trattative con l’impresario per la gestione dell’appalto. Ma un dato che salta all’occhio sicuramente è che più del venti per cento degli imprenditori vittime del pizzo, ha denunciato i propri aguzzini. Una rivoluzione culturale che al Vomero sta prendendo sempre più piede; si tende meno a scendere a compromessi con le mafie. Ad esempio Ciro Coppola, l’imprenditore vomerese che nel 2004 denunciò i suoi estorsori, poi arrestati tutti nel 2007. A quell’epoca non esistevano associazioni sensibili alla problematica del racket. Non si parlava di camorra. Fortunatamente oggi, accanto alle Forze dell’Ordine, a contrastare questi fenomeni criminali ci sono diverse realtà, tra cui le associazioni “Libera Vomero-Arenella” e l’ associazione FAI antiracket “Maurizio Estate”. Entrambe hanno promosso una iniziativa molto interessante dal nome “Pago chi non paga” e che sta riscuotendo il successo meritato dopo due anni dal lancio. A tal proposito vi proponiamo l’intervista doppia con il presidente dell’associazione antiracket Maurizio Estate, Davide Estate e il presidente di Libera Vomero-Arenella, Gianmario Siani.
La campagna “Pago chi non paga” rivolta a diffondere il consumo critico ad opera dell’“Associazione Maurizio Estate” e del presidio di “Libera” Vomero Arenella è già all’attivo da due anni. Il Vomero è un quartiere che collabora?
DAVIDE ESTATE: “Quando è partita la campagna devo dire la verità che la reazione dei cittadini è stata subito positiva; tanta curiosità e tante richieste di adesione e informazione presso i nostri centri di raccolta”.
GIANMARIO SIANI: “Da quando abbiamo fondato il presidio ci siamo chiestI: la camorra esiste al Vomero? In che direzione dobbiamo andare? Essendo il Vomero un quartiere ad alto tasso commerciale il racket era un problema di cui parlare. E così siamo scesi a proporre di aderire a questa iniziativa. Un’attività dispendiosa che però, fortunatamente, hanno sposato in molti”.
Il quartiere inizialmente come ha reagito all’iniziativa?
DAVIDE ESTATE: “Molto interessati: soprattutto nel capire in cosa consiste il progetto e quali sono i punti vendita che hanno aderito”.
GIANMARIO SIANI: “Vi dò dei numeri: la nascita del presidio è stata nel 2013; al Vomero c’era solo un’attività commerciale che aveva aderito a Pago chi non paga fino a questo stesso anno; successivamente, grazie ai volontari del presidio dopo un anno di attività erano una ventina, poi via via sono aumentati ancora…”
Avete trovato difficoltà per quanto riguarda la diffusione di questo progetto rivoluzionario? Quanto è importante la collaborazione dei commercianti stessi, prima dei clienti?
DAVIDE ESTATE: “C’è molta diffidenza che deriva da due fattori: o non si percepisce la problematica del racket e quindi non si preferisce esporsi a sensibilizzare, a volte anche la paura di schierarsi. Oppure molte volte ci sono anche richieste da parte dello stesso imprenditore che vuole far parte di questa iniziativa”.
GIANMARIO SIANI: “Inizialmente era difficile proprio spiegare questa campagna: il nostro obiettivo è stato sensibilizzare il consumatore a spendere all’interno di negozi che non avevano legami, accertati dalle forze dell’ordine, con la malavita. Informarsi sul dove spendere i propri soldi è già un passo avanti. Fondamentalmente si tratta di una campagna a favore del commerciante, dove sicuramente il criminale di turno non verrà a chiedere il pizzo”.
Le vendite all’interno di quegli spazi che hanno aderito a “Pago chi non Paga” sono aumentate o diminuite?
DAVIDE ESTATE: ”Sicuramente non sono diminuite, ci risulta che abbiano avuto ottimi introiti. Spesso quando organizziamo gli incontri, nelle piazze e nelle scuole, ci vengono richiesti proprio quali siano le attività commerciali che hanno aderito”.
GIANMARIO SIANI: “Non abbiamo i dati di ogni singola attività, ma abbiamo i dati di quanto siano cresciuti i consumatori critici, cioè coloro che decidono attraverso la stipulazione di un patto morale con la FAI, di andare a spendere in questi negozi”.
Quanti sono i negozi aderenti?
GIANMARIO SIANI : “35, ma abbiamo nuove adesioni al vaglio degli inquirenti, come vedi non ci fermiamo mai”.
Chi paga il pizzo toglie denaro a se stesso, crea ricchezza alle mafie e ne rafforza il controllo sul territorio. Come spieghi allora la presenza tangibile sul territorio della Camorra?
DAVIDE ESTATE: “Il cuore della campagna è quello di spiegare al commerciante e al cliente che chi spende in un negozio che paga il pizzo va ad alimentare quello che è il fenomeno camorristico. Ovviamente la differenza tra il semplice criminale e il mafioso è proprio il controllo economico del territorio. Il Vomero è un territorio ad altissima densità commerciale e che cresce a dismisura rispetto alla reale domanda d’acquisto”.
GIANMARIO SIANI: “Dire che la Camorra al Vomero non esista, non è vero. Non è tangibile, ma proprio per questo è ancora più pericolosa, perchè non vediamo il nemico, si nasconde dietro altre facce. Il pizzo è un modo di rendere l’imprenditore uno schiavo della malavita, quindi la paura e il non conoscere come denunciare questo ricatto di tipo morale e economico, fanno sì che la Camorra agisca come le pare e piace”.
Il Vomero è un po’ il quartiere cuscinetto per la Camorra, dove vengono reinvestiti i capitali malavitosi. Come si può contrastare questo fenomeno? Cosa possono fare i cittadini e la stessa Libera per rendere più palpabile la lotta a questa grave situazione?
DAVIDE ESTATE: “Il grosso lavoro delle associazioni è quello di sensibilizzare il cittadino attraverso momenti di riflessione”.
GIANMARIO SIANI: “Come Libera abbiamo 2 parole cardine all’interno dell’Associazione: Memoria e Impegno. La Memoria che si traduce attraverso il raccontare le storie di eroi e vittime innocenti di Camorra. Impegno come andare a parlare coi più giovani, attraverso gli incontri all’interno delle scuole. Quest’anno siamo arrivati a 600 ragazzi coinvolti, per ora. Galilei, Sannazzaro, Pansini, Belvedere, sono solo alcune delle scuole che hanno partecipato. Quello che ci manca è la società civile. Siamo sicuri che anche i professionisti sono sensibili alla problematica, ma il pensiero che la malavita organizzata spesso intercetta proprio loro per piccole faccende, vedi il medico che deve curare il boss o l’architetto che deve sottostare a regole dettate da persone non proprio competenti, è qualcosa di frustrante. Le giovani generazioni devono essere educate proprio affinchè tali eventi non accadano più”.
Dove và a colpire la Camorra?
DAVIDE ESTATE: “I dati delle indagini in corso sono in merito al mondo dell’estorsione edilizia. Da un’analisi generale delle dinamiche evolutive del fenomeno criminale come si evince che il pizzo in questione è diventato un pizzo di fornitura, dove c’è l’imposizione di manodopera e delle materie prime ai danni dell’imprenditore. L’evoluzione del fenomeno nel tempo vede la nascita di un pizzo diverso che non fa sparire quello classico ma si aggiunge alla fattispecie il fatto di imporre la manodopera. Materie prime e forniture in primis”.
GIANMARIO SIANI: “Noi non facciamo gli sceriffi, per questo ci sono già gli inquirenti che lo fanno egregiamente. Sicuramente la Camorra va a colpire chi è più solo, è più facile andare a colpire chi non ha le spalle coperte. Dobbiamo perciò essere bravi a stare vicino a chi è in difficoltà”.
Avete altre iniziative in serbo per i Vomeresi?
DAVIDE ESTATE: “Incontriamo i Licei del Vomero ai quali abbiamo proposto una sfida: un concorso di idee per la creazione dello slogan più originale per la campagna antiracket del prossimo anno. In premio ci saranno impianti video e/o audio per la scuola vincitrice e la soddisfazione personale di vedere per le strade della nostra città lo slogan ideato”.
GIANMARIO SIANI: “Assolutamente si. Il 25 maggio saremo alla funicolare di montesanto per ricordare Petru Birlandeanu, vittima innocente di cammorra. Petru era un musicista che deliziava con la sua musica i passeggeri della cumana. Da tre anni a questa parte ci rechiamo lì per fare una piccola iniziativa raccontando la sua storia. Purtroppo l’anno scorso l’iniziativa è stata bloccata dal capostazione perchè diceva che non avevamo una autorizzazione. Noi l’avevamo richiesta ma non ci diedero risposta. Da quel momento abbiamo promosso , assieme alla associazione POL.i.s, una raccolta firme per chiedere di intitolare la funicolare di Montesanto proprio a Petru, cosicchè questa diventi un vero e proprio luogo di memoria così da ricordare a tutti noi il torto subito dal giovane musicista”.
DI FRANCESCO LI VOLTI
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