LA DISEGNATRICE LIVIA PASTORE NELL’OLIMPO DEI COMICS
UNA SIRENA NAPOLETANA IN FRANCIA
Una sirena si muove, sinuosa, fra le acque dei mari del sud, ma non è la sirenetta disneyana, tutt’altro, è la sirena di Livia Pastore. Una sirena determinata, audace, guerriera, pronta alla battaglia con i vichinghi. Proprio grazie alla sua passione per le sirene, in particolare per Partenope simbolo della sua terra, la disegnatrice napoletana ha affascinato il mondo del fumetto francese ed è approdata, dopo un po’ di gavetta e una lunga pausa, alla casa editrice Les Humanoïdes Associés.
“È stato un caso. Avevo quasi smesso di lavorare nel mondo del fumetto quando, durante un viaggio in treno, consultando la pagina Facebook dello sceneggiatore Stéphane Louis che cercava disegnatori, ho inviato il mio portfolio…senza speranza, quasi di inerzia. Mai avrei immaginato di essere immediatamente ricontattata, riempita di elogi e ingaggiata, dopo un breve colloquio, per un lavoro che aveva come protagonista proprio la sirena”. Un vero simbolo per Livia che in passato l’aveva realizzata per un progetto dello storico Ruggero Savarese (Cartoline, segnalibri, quaderni) che richiamava il mito napoletano, e che la ha lanciata nell’editoria internazionale. “Il fumetto in Francia è un culto, sia quello umoristico, sia quello più impegnato al quale io mi ispiro. C’è voglia di far emergere giovani, di sperimentare e mi sono trovata nel momento giusto a confrontarmi con una realtà tanto diversa da quella italiana”. Quando c’è talento un lavoro tira un altro così, dopo “Sirene e Vichinghi…”, pubblicato in Francia e negli Stati Uniti, ancora inedito in Italia, Livia Pastore ha subito ricevuto un nuovo incarico sul quale, però, resta un velo di mistero. Si sa solo che tratterà di fantascienza. “Un’altra mia passione è proprio la fantascienza. Generalmente il disegnatore si deve adattare alla storia in Francia, invece, mi hanno chiesto cosa sapevo disegnare e quali fossero le mie passioni. Dopo hanno trovato storie quasi su misura rispetto alle mie caratteristiche”. Da bambina prima la grande passione per Topolino, poi per Diabolik, con un gusto che guardava sempre più oltralpe. “Mi sono formata a Napoli, ho fatto le mie prime esperienze editoriali con la GG studio di Giuliano Monni poi ho lavorato per il mercato canadese ispirandomi a Barbucci e Canepa (Disney), portando con me uno stile molto europeo. Il suggerimento di rivolgermi al mercato francese è arrivato da Fabrizio Fiorentino (Glénat, Marvel), ma inizialmente non ci ho provato.” Anzi, dopo aver disegnato la miniserie Keyser Soze: Scorched Earth, prequel a fumetti del film “I Soliti Sospetti”, ha staccato tutto e si è dedicata ad Amnesty international per due anni. “È stato un periodo ricco di esperienze, viaggi, conoscenze che poi ho riversato anche nei miei disegni”. Poi il ritorno alla vecchia passione anche se oggi il lavoro è condizionato dalla situazione emergenziale. “Non sono mai stata una grande appassionata di fiere di settore, ma questa pandemia sta limitando ogni tipo di contatto. Le fiere erano belle soprattutto per incontrare amici e colleghi. Oggi siamo sempre più reclusi, anche se già normalmente il mio lavoro è abbastanza casalingo.” Ad ottobre Livia Pastore avrebbe dovuto partecipare alla prima fiera francese, ma poi, per ovvie ragioni, è stato tutto rinviato. “Speriamo in un rapido ritorno alla normalità e che, il prossimo anno, si possano fare eventi dal vivo, nel frattempo lavoriamo in digitale, ma i layout li faccio sempre a mano, e prepariamoci per un viaggio nella fantascienza a fumetti”.
Giuseppe Porcelli
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