“L’aleph di Napoli”
di Iki Notarbartolo
I viaggi immaginari delle pagine di un libro, quelli effettivi sui vagoni di un treno, musica dell’ ipod rigorosamente acceso in metropolitana, e la musica di artisti in carne ed ossa che si esibiscono nelle stazioni di funicolari. Succede al Vomero dove, mentre le librerie chiudono, i libri inseguono letteralmente i cittadini, nelle strade e nei treni, accompagnandoli nei loro percorsi quotidiani. L’idea è dello scrittore Silvio Perrella, e di una piccola casa editrice, “Ilfilodipartenope”, che hanno dato vita al primo esperimento di libreria nomade, raccontando in maniera nuova e appassionante l’ultimo libro dell’autore napoletano, “L’aleph di Napoli”. “L’intento è stato quello di coinvolgere i cittadini nei luoghi di trasporto di congiunzione verticale per eccellenza”, un’intera parte del racconto è infatti dedicata a loro, i mezzi che congiungono il basso con l’alto. La stazione Morghen della Funicolare di Montesanto, la stazione Fuga della Funicolare Centrale, e la Cimarosa della Funicolare di Chiaia, sono state teatro di suggestive letture del testo, attraverso la voce narrante di Laura Ottieri, insieme a delicate esibizioni di danza di Simona Perrella e interventi musicali del violoncello di Luca Signorini che hanno regalato atmosfere da sogno ai vomeresi che passavano o correvano a prendere il treno. Le performance hanno avuto luogo in strada, nelle parti antistanti le stazioni, e nei vagoni delle funicolari, trasformate in vere e proprie macchine da racconti, dove la parte musicale è stata affidata al flauto di Maya Raggio. L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione dell’Azienda Napoletana Mobilità e al sostegno di un entusiasta presidente della V Municipalità Vomero-Arenella, Mario Coppeto.
“E poi cos’era mai quell’aleph? Solo una parola misteriosa o qualcosa di più? Si diceva che fosse la prima lettera dell’alfabeto fenicio, una lettera che aveva figliato anche le prime lettere di altri alfabeti: quello greco, quello ebraico ad esempio, e altri forse più antichi e più segreti… Qualcosa di stupefacente, insomma; la somma e l’incontro della potenza di un luogo – un luogo paragonabile ad un enorme oggetto – con la potenza di una mente immaginativa. Somma non algebrica, certo, ma piuttosto un deposito di energia”.
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