Itaca la fontana dei dissapori ritornerà in via Scarlatti
Tatafiore: “sono felice che la mia arte faccia pensare”
La Fontana “Itaca” di Ernesto Tatafiore tornerà in via Scarlatti. A dare la notizia lo stesso artista che quest’anno festeggerà 50 anni di professione artistica con delle mostre a Berlino e a Napoli. Determinanti nel mese di gennaio gli incontri con il Comune di Napoli che hanno riportato la serenità con l’artista che ha spiegato: “Con il sopralluogo effettuato in via Scarlatti, nel luogo ove era stata posizionata la fontana in origine, si è definita la necessità di realizzare degli attacchi per il riciclaggio dell’acqua. Inoltre, Itaca, che ho visionato lo scorso 28 gennaio, non ha riportato irreparabili danni dovuti all’abbandono ed a breve inizieranno i lavori di restauro con una squadra diretta dal docente Giuseppe Gaeta dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. La tempistica prevista per la conclusione dei lavori è stata orientativamente fissata in un anno.” Ernesto Tatafiore ha poi aggiunto che la causa giudiziaria avviata contro il Comune di Napoli verrà sospesa. “Ho esperienza e spalle forti quindi, aver constatato il desiderio di restaurare la mia opera e accertata la volontà del Comune di ricucire il rapporto con me, mi è bastato. Non è mai stata mia intenzione infierire sulle casse del Comune in cui vivo”. Facciamo un passo indietro e ripercorriamo la vicenda: era il 1990 e il sindaco di allora, Antonio Bassolino, chiese a Tatafiore di realizzare un’opera da collocare in via Scarlatti, resa pedonale. “Con affetto realizzai questa fontana che da subito incontrò contestazioni, ma l’arte deve far discutere, per cui sono felice che, con una mia opera riesco a mettere in moto il cervello delle persone”, ha dichiarato lo scultore che ha poi aggiunto: “Sono consapevole che in tanti non apprezzano la mia opera, ma ciò non mi inquieta. Ogni opera artistica può piacere o meno, ma sicuramente non condivido e non accetto coloro i quali ritengono pericolosa la collocazione della Fontana in via Scarlatti per i bambini o per l’ordine pubblico, anche perché dal 1999 allo scorso settembre non si è mai verificato alcun episodio spiacevole in tal senso”. Intanto, la contestata fontana ha continuato a stare in via Scarlatti, ma non si è provveduto alla sua manutenzione e così, lo scorso 14 agosto, il servizio Beni Culturali del Comune di Napoli ne ha disposto la rimozione da via Scarlatti per effettuare opere di restauro e consentire il rifacimento dei collegamenti idraulici ed elettrici. Il 1° settembre si è quindi proceduto alla sua rimozione ed alla collocazione in un’area aperta della Mostra d’Oltremare. Della decisione, però, l’artista non era stato informato. “Ricordo che ero a pranzo con mio figlio a Bacoli quando un amico mi ha telefonato per informarmi dell’accaduto e il rammarico mi pervase”, ha raccontato lo scultore che ha poi deciso di procedere per vie legali contro il Comune di Napoli chiedendo il risarcimento per danni all’opera ed alla sua immagine ed altresì la ricollocazione dell’opera nel luogo originario. In questi mesi si sono alternate voci discordanti tra i fautori del ritorno della fontana restaurata in via Scarlatti e chi, invece, sperava che fosse collocata altrove; a questi si è poi aggiunta anche la voce di chi ritiene che Napoli ed il Vomero abbiano tematiche più importanti ed urgenti da dirimere e non è il caso di soffermarsi oltremodo a dibattere sul luogo dove posizionare una fontana. Il maestro Ernesto Tatafiore ha tenuto a sottolineare che la manutenzione di un’opera è fondamentale ed ha sostenuto: “Qualsiasi cosa, se viene trascurata, crea dei problemi ed è per questo che si è reso oggi necessario il restauro di ‘Itaca’. Per il futuro potrebbe essere valida l’idea di affidare la cura delle opere presenti in strada alle scuole, avrebbe anche un risvolto civico”. L’artista ha anche spiegato che la fontana da lui realizzata si chiama Itaca perché è il punto da cui si parte e si vuole ritornare, rappresenta un po’ il cerchio della vita. “Il senso di questa mia scultura – ha proseguito Tatafiore – è rassicurare i napoletani, infatti, dal mio Vesuvio fuoriesce acqua che deterge e purifica e non fuoco che distrugge; è segno di vitalità. – Ha poi aggiunto – ricordo che appena fu installata i bambini erano felici di vederla e la usavano anche per far navigare qualche loro piccola barca e affermo con convinzione che Itaca debba tornare com’era e dov’era. La ho realizzata per quel luogo ed è lì che, restaurata, ritornerà. Itaca è una delle opere per me più importanti forse proprio perché tanto attaccata”.
Claudia Prezioso
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