Intervista all’ex Procuratore di Napoli, Lepore
Nuova stagione, problemi antichi
Ritorna il caldo, si avvicina l’estate e tornano i soliti, irrisolti, problemi del quartiere che riguardano, però, anche gran parte della città. Torna l’occupazione suolo indiscriminata, tornano gli olezzi delle deiezioni canine, tornano i rifiuti abbandonati, tornano gli schiamazzi notturni fuori controllo e le baby gang continuano ad imperversare. Soluzioni? Si fa quel che si può ed è sempre troppo poco visto che i problemi permangono oppure si ripropongono ciclicamente perché vengono adottati provvedimenti tampone, non strutturali e duraturi.
Ne parliamo con Giandomenico Lepore, ex Procuratore della Repubblica di Napoli, da sempre attento alle difficoltà del quartiere che osserva con un occhio clinico ed esperto.
Difficile stabilire una priorità sui problemi del vomero, ci affidiamo al primo che incontriamo quando scendiamo di casa: l’indiscriminata occupazione del suolo pubblico.
“Si tratta di un fenomeno che andrebbe governato ed arginato. L’importante è agire nel rispetto delle regole. Gli chalet dovrebbero essere inseriti nel contesto urbano nel quale si trovano e soprattutto non dovrebbero impedire, nei momenti di maggiore afflusso di persone, il passaggio. Via Scarlatti somiglia sempre di più al corso principale di un paese dove si riversano tutti gli abitanti nei giorni di festa. L’unico problema è che il Vomero raccoglie persone da tanti quartieri limitrofi e non è attrezzato a sufficienza. Come spesso accade si moltiplicano occupazioni di suolo abusive, ma aumenta anche la presenza di suk o bancarelle non autorizzate. Volendo dare una connotazione positiva, se possibile, si può dire che è una zona molto vissuta.”
Questa occupazione va di pari passo con il proliferare di pubblici esercizi.
“I giovani napoletani provano ad utilizzare i finanziamenti statali alle imprese, purtroppo, però, spesso capita che si dia inizio ad un’attività che non ha lunga vita. Si finisce solo con lo sprecare risorse, sia umane che economiche, perché il rischio imprenditoriale è ridotto e così l’impegno non è sufficiente. È plausibile che alcune attività nascondano anche il lavaggio di denaro di provenienza illegale e questo ha anche portato ad un abbrutimento dell’offerta di negozi nel quartiere. Sono sparite tante storiche imprese e sono nati ristoranti anche in pseudo-scantinati.”
Una delle piaghe del Vomero è anche il traffico con il conseguente inquinamento e l’impossibilità, quasi totale, di parcheggiare.
“La circolazione è ridotta solo ad alcune strade e questo ovviamente crea maggior traffico. Sarebbe necessario sostenere una campagna che dissuada dall’uso dell’automobile, magari attraverso un maggiore utilizzo dei mezzi pubblici…ma qui apriremmo un’altra parentesi negativa.”
Ci spieghi meglio.
“Funicolari chiuse troppo presto, corse della metro poco frequenti e tanti, tantissimi altri disservizi si susseguono. Questo non è il modo migliore per disincentivare l’uso delle auto.”
A chi si possono attribuire le responsabilità?
“Prima di tutto alle istituzioni, a tutti i livelli, che lamentano sempre la mancanza di soldi. Spesso, però, non si tratta di mancanza di soldi, ma di cattivo uso e di continui sprechi. Sembrerà scontato, ma molti dei mali dell’Italia sono causati da una politica utilitaristica che non prende decisioni, che non vuole nemici e quindi cerca compromessi per la paura di perdere consenso. Per questo i napoletani sono dotati di tanta pazienza”.
A guardarla così sembrerebbe tutto un disastro.
“Non è un disastro. È una disamina che dovrebbe stimolare prima a prendere coscienza dei problemi e poi alla ricerca di soluzioni.
Pensi ad esempio alle baby-gang che pongono di fronte alle istituzioni l’annoso dilemma: educazione o repressione? È giusto che chi sbaglia venga punito, ma è anche giusto capire l’origine di questi fenomeni. Si tratta, infatti, spesso di ragazzi che provengono da famiglie disgregate, che subiscono un forte disagio, che non hanno adeguati esempi da seguire e si riversano per strada, fino a notte fonda, completamente fuori controllo, spesso richiamando il necessario intervento delle forze dell’ordine.”
Per questo ha deciso di sostenere la palestra di Maddaloni e di tenere frequenti incontri nelle scuole?
“Molti ragazzi vengono ‘raddrizzati’ con lo sport. Ragazzi difficili da governare che spesso delinquono perché diventano i responsabili della famiglia. Lo sport, oltre a educare al rispetto delle regole, crea anche lavoro. Per questo bisogna sostenere chi si impegna per i giovani in zone disagiate e bisogna parlare di legalità nelle scuole nella speranza di lanciare qualche segnale che possa rimanere nelle menti degli studenti”.
Giuseppe Porcelli
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