In tre anni triplicato l’extralberghiero
Turismo sulla collina del Vomero
Avete mai provato a cercare su Booking, il portale di prenotazioni on line, una sistemazione per pernottare al Vomero? Solo un paio di anni fa, era da stupirsi nel trovare quasi 100 risultati. Ma oggi la realtà è cambiata drasticamente. Il risultato, infatti, è 272!!! Sì, avete letto bene. Ma non c’è nemmeno tanto da meravigliarsi, è un fenomeno in espansione in tutto il mondo e non riguarda solo le strutture ricettive tradizionali, che siano alberghiere o extralberghiere, ma riguarda un po’ tutti i cittadini. Infatti, in particolar modo, vengono “venduti” pernottamenti in case private, quel tipo di mercato che prima sembrava essere quasi esclusiva dell’altro big di intermediazione, Airbnb, e che oggi, invece, il colosso olandese sta facendo suo. Il quartiere presenta un’offerta comunque molto variegata, non essendo noto per la sua vocazione turistica. Resiste, anzi si rilancia, anche se drasticamente trasformata, la storica Pensione Margherita, da qualche anno Hotel Cimarosa, un albergo moderno inserito nella struttura della Funicolare Centrale di Piazza Fuga.
L’insegna, storica, continua ad indicare la Pensione Margherita, ma si tratta solo di una curiosità.
L’altro hotel è Villa Albina, un’ex clinica, gestita dalle suore, trasformato in una più redditizia attività, sempre nel cuore del Vomero. Desta curiosità anche il neonato Book and Bed Mondadori a via Luca Giordano, il primo dove si pernotta circondati da libri in città. E gli altri 270? Precisando che il numero si riferisce al Vomero e all’Arenella, in gran parte, oltre agli appartamenti privati si tratta di B&B e affittacamere. Sono tutte attività che dovrebbero avere regolare licenza e quindi rispettare tutti i termini di legge. “Il rispetto delle norme è una garanzia per il turista – spiega il presidente di Federalberghi Napoli, Antonio Izzo, appena confermato alla guida degli albergatori napoletani –, la lotta all’abusivismo è una delle storiche battaglie che l’associazione sta portando avanti e la recente introduzione di un codice identificativo potrebbe essere un primo passo in questa direzione”. Codice che permetterebbe solo a chi ne è dotato di commercializzarsi on line, non si tratta di una vera autorizzazione, ma di un numero per identificare l’immobile. Una piccola tutela che va anche nella direzione della lotta all’evasione fiscale, sia legata al reddito che, ad esempio, al versamento dell’imposta di soggiorno. “Ogni evasione è un danno per la comunità – prosegue Izzo – basti pensare che quanto incassato con l’imposta di soggiorno dovrebbe essere reinvestito nel turismo con un beneficio per tutti. Purtroppo, però, non sempre è utilizzata bene e le Istituzioni dovrebbero concertare di più con gli operatori del settore”.
Ciro De Biase
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