In marcia con Arturo Di Mezza
Universiadi 2019? Evento di grande portata
Una medaglia solo sfiorata alle Olimpiadi di Atlanta ’96, un amaro quarto posto con polemiche, non ha scalfito la passione per l’atletica di Arturo Di Mezza, ex marciatore vomerese, oggi docente di Fondamenti di Biomeccanica del movimento umano con laurea in Giurisprudenza e in Scienze Motorie, con un curriculum agonistico di tutto rispetto. Tra i diversi traguardi ricordiamo, oltre al quarto posto olimpico, le tre medaglie di bronzo alle Universiadi. Ci ha rivelato di non avere rimpianti sportivi, perché la sua attività agonistica si è ispirata alla lotta al doping e perché ha praticato lo sport come una filosofia. Della Marcia ha sottolineato la natura meditativa, legata al trascorrere ore ed ore in solitudine. La docenza universitaria gli ha, poi, permesso un distacco non traumatico dall’attività agonistica.
Professore, le Universiadi che impatto avranno su Napoli?
È un evento di grande portata. A mio avviso le Universiadi sono piccole Olimpiadi. Non credo, però, che la città sia ancora pronta, siamo in ritardo.
Per fortuna sembra essersi sbloccata la situazione del Collana. Che ne pensa?
Sono un pragmatico, parlerò a cose fatte. Il Collana è il fulcro dello sport in città, ma io sono di parte. Ho iniziato la mia attività sportiva proprio recandomi allo stadio vomerese con mia madre, per valutare quale sport scegliere tra le numerose alternative proposte.
Questa natura polifunzionale va preservata perché consente ai ragazzi di scegliere tra varie opzioni senza vincoli.
Anche per la Floridiana il futuro sembra migliorare.
Sono contento anche perché in passato mi sono allenato in Floridiana, ma credo che, anche in questo caso, sia meglio aspettare che inizino i lavori. C’è buona volontà, ma mancano politici che conoscano la funzione educativa e sociale dello sport vissuto. Spero che il Vomero non perda queste eccellenze, per rimanere la città nella città di cui siamo sempre stati orgogliosi. Questi due poli, Villa e Stadio, vanno gestiti al meglio per non lasciare ragazzi e anziani abbandonati a sè stessi. Sono poli di aggregazione sociale utili per queste fasce deboli.
Qual è il suo ricordo di Atlanta ’96?
È stata un’esperienza straordinaria, ma ho il record di unico atleta al quale è stata assegnata e tolta una medaglia di bronzo nel giro di pochi secondi per il ritiro di una squalifica comminata all’atleta terzo classificato. Un evento senza precedenti, ma serbo lo stesso un bellissimo ricordo. Di Mezza ci racconta anche della scuola di motociclismo da lui aperta che ha permesso a Raffaele De Rosa, ragazzo di Fuorigrotta, di vincere la Superstock 1000 FIM Cup, del 2016. Esempio di come sia possibile incanalare, in maniera positiva, le energie dei giovani napoletani e che dimostra come Arturo di Mezza abbia sempre la sua città nel cuore.
Vincenzo Cocozza
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