Il Vomero negato ai disabili, colpa delle barriere
Vi siete mai chiesti com’è passeggiare per le strade del Vomero per una persona che si trova sulla sedia a rotelle? Noi si, e abbiamo contattato Guido, per gli amici Guidone, un giornalista vomerese Doc, un’ottima forchetta e tifosissimo del Napoli; scrive della sua squadra del cuore sul blog aruotaliberanapoli.blogspot.it. Guido si trova a dover fare uso della sedia a rotelle da quando è nato, quindi, chi meglio di lui può darci una delucidazione in merito? E’ una gran bella giornata, soleggiata e con una temperatura davvero invidiabile. Il nostro tour comincia da piazza Medaglie d’Oro ma subito ci troviamo di fronte a una situazione che Guidone chiama “classica”: c’è un’ automobile parcheggiata dinanzi alla discesina. Per noi, dopo un piccolo fastidio iniziale, non ci cambierebbe la vita fare due passi in più per aggirare l’ostacolo. Per Guido no. Mai per vinto, il nostro simpatico trentaduenne e il suo fidato Paolo, un amico che lo accompagna sempre, compiono uno slalom degno del miglior Maradona e finalmente riusciamo ad attraversare la strada. Il nostro obiettivo è arrivare a via Scarlatti e tornare a casa, ma se iniziamo così, la vedo dura. Mentre camminiamo i due amici raccontano le negligenze del quartiere per quanto riguarda la situazione dei diversamente abili: ad esempio quasi tutti i bus sono sprovvisti della piattaforma per far salire a bordo le persone sulla carrozzina. Ma la cosa che colpisce è la situazione di stallo delle istituzioni davanti a questa circostanza; “è una condizione che va avanti da anni, forse da sempre! Io, per andare da un posto all’altro, potrei muovermi tranquillamente con il bus, ma nessuno fornisce il servizio, non c’è organizzazione!” tuona con rabbia, Guido. Effettivamente non c’è molta sensibilizzazione sul problema, e fa pensare il fatto che noi che abbiamo le gambe, non ci battiamo per i diritti di chi è meno fortunato di noi, e che basterebbe davvero poco per realizzare ciò che per loro è l’irrealizzabile. Il nostro giro continua su via Raffaele Tarantino, ovvero l’ingresso del marcatino di Antignano, e Guidone fa subito notare un particolare inaudito: non ci sono pedane. “Come fa quindi una persona con delle disabilità a camminare sul marciapiede?” – “Semplice, non ci cammina”- dice, sorridendo, Guido. Fortunatamente Paolo è abituato, quindi si fa forza, e dopo alcune mosse azzardate, riesce a far salire la carrozzina sul marciapiede tanto desiderato. Fra una battuta e l’altra piazza degli Artisti viene superata egregiamente, fin qui tutto normale; il quartiere risponde bene tutto sommato, per quel che riguarda la pavimentazione stradale. Il cuore del Vomero è allestito sicuramente meglio delle zone grigie che non sono state prese in considerazione in questo divertentissimo tour. La pavimentazione stradale deve svolgere tre funzioni fondamentali: garantire una superficie di rotolamento regolare e poco deformabile; ripartire sul terreno le azioni statiche e dinamiche dei veicoli, in modo tale da non determinare deformazioni permanenti dannose alla sicurezza ed al comfort di moto; proteggere il corpo stradale dagli agenti atmosferici che possono provocare instabilità del piano viabile. Il cittadino tende a considerare questi requisiti come necessari, solo in un momento critico. Pensate come il sanpietrino che calpestiamo quotidianamente possa diventare per una persona sulla carrozzina un vero e proprio ostacolo, con cui doversi scontrare tutti giorni pur di uscire fuori dalle mura di casa, e a cui rassegnarsi. Già, la sensazione di Guidone è quella che lui descrive affermando con convinzione, semplicemente: “mi sento tutto sballottolare”. L’attenzione al Vomero c’è e si vede, molte persone calorosamente si spostano davanti al nostro cammino, Guido è una star qui, in molti lo conoscono. La parte di pavimentazione liscia che c’è a via Luca Giordano ci permette di andare spediti, tavolini dei bar permettendo, fino a via Scarlatti. Ma è qui che ci si imbatte in un gran punto di domanda: come è possibile che le pavimentazioni lisce di via Scarlatti, poste lateralmente e adibite in modo particolare per le persone con disabilità fisiche, siano occupate da alberi, panchine, cabine telefoniche e segnali stradali? Perplessi, ci facciamo animo e ci spostiamo sui sanpietrini tanto odiati dal nostro amico che nel frattempo, si gusta un dolcetto. “Come stai?”, gli chiediamo; “sto sballottolando tutto quanto”, mi risponde ancora con questo neologismo che, permetteteci, rende quanto più chiara la realtà dei fatti. Continuiamo a domandargli: “E se ti scappa di andare in bagno e sei qui, come fai?” – “Sono costretto a trattenermi perchè i bagni di molti negozi non sono adibiti per le persone diversamente abili”. S’è fatto tardi e tornando indietro ci imbattiamo in via Merliani, grave tasto dolente di questo Vomero audace. L’affiatamento tra i due è notevole, oramai la carrozzina continua a dribblare i bicchieri e le carte sporche, segno dell’incuria dei cittadini, come Higuaìn fraseggia con Insigne portando la squadra al goal. Strade dissestate, ciottoli rotti e in qualche parte assenti, spazi per passare davvero ridotti al minimo e automobili parcheggiate proprio davanti alle pedanine. Insomma, una situazione ardua che continua fin quando non siamo costretti a fermarci: mancano le discesine e inoltre il marciapiede è anche molto alto rispetto alla strada. Senza pochi sforzi proseguiamo la strada, ma ci accorgiamo che in ogni marciapiede della zona, il problema persiste. Tra qualche insidia di troppo, provocato soprattutto dallo scorretto posizionamento delle automobili parcheggiate davanti alle discesine, giungiamo a via Suarez; la storia purtroppo si ripete e il culmine lo si raggiunge con quella che è possibile chiamare le giostre di piazza Immacolata. Per giostre non si vuole intendere i giochi per bambini posti al centro della piazza, bensì si vuole evidenziare lo stato a dir poco critico in cui riversa la parte centrale del piazzale stesso che, oltre che arrecare malumori di quartiere, risulta problematico per chi si ritrova a camminare su una sedia. Restano un fiore all’occhiello, però, i percorsi di viabilità per le persone sulla carrozzina disposti lungo la piazza. E’ arrivato il momento di salutare questi due fuoriclasse; la prossima volta, casomai, saremo più attenti ai sballottolamenti.
DI FRANCESCO LI VOLTI
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