Il Vomero (Magazine) tende una mano a Scampia
L’emergenza Coronavirus ha reso evidente che si può e si deve ripartire tendendo non una mano ma tutte e due al prossimo più bisognoso. La frenesia dei giorni e degli anni che abbiamo vissuto ci ha reso ciechi di fronte ai bisogni di tanti, troppi uomini e donne senza opportunità.
La mancanza di speranza e di futuro per larghe fasce di popolazione rende il nostro stesso benessere più incerto e acuisce l’insicurezza sociale.
Adesso, prima che la politica economica nazionale e territoriale cominci ad incidere sul tessuto economico nostrano, la solidarietà resta l’unico mezzo per riparare i più deboli dai danni economici e sociali della crisi sanitària.
Queste considerazioni ci hanno spinto durante il lockdown a rifornire di beni di prima necessità tre centri di raccolta e smistamento di generi alimentari in città: Chiesa del Carmine, La Tenda e la palestra di Gianni Maddaloni a Scampia.
Il nostro primo pensiero, sia chiaro è stato rivolto al Vomero, ma, dopo aver contattato la chiesa dei Fiorentini abbiamo capito, così ci è stato detto, che al Vomero la rete di solidarietà era collaudata e funzionante e che la vera emergenza era al Centro storico. A Scampia abbiamo conosciuto Gianni Maddaloni che al di là degli importanti meriti sportivi raggiunti con i suoi tre figli, Pino, Marco e Laura, è da sempre impegnato a dare nuove opportunità alla sua gente, quella di Scampia.
“Se volete dei giovani al livello di cultura e di cuore di quelli del Vomero, ci vogliono le opportunità. Nessuno nasce cattivo. Si diventa cattivi per la mancanza di opportunità.” Così comincia a parlare Gianni, che ci accoglie in maniera calorosa all’interno del suo Centro Sportivo, Star Judo Club, un’oasi nel deserto.
Gianni, quali sono le necessità che ha vissuto Scampia?
“Da sempre ho organizzato la mensa per 120 famiglie della vela celeste. Con il Covid tutto si è fermato per un pò ma poi ho deciso che non potevo fermarmi perché questa gente, la mia gente aveva bisogno del mio aiuto. Anche i ragazzi che percepìvano 400 euro al mese per il servizio civile (OPES) avevano smesso di lavorare e rischiavano di perdere questa somma fino a dicembre.
Ho fatto un appello a tutti gli imprenditori seri.
Su Facebook ho chiesto aiuti. Fisher King di Somma Vesuviana, che ogni settimana ci rifornisce di pesce surgelato, BCC di Amedeo Manzo che ci fornisce di spese settimanali, la CAIR, una sezione della Caritas di Napoli e poi anche CBL Grafiche (editore di Vomero Magazine) che ci ha rifornito di generi di prima necessità. Ho file immense fuori dalla palestra.
Le persone del quartiere hanno dato fondo a quei pochi risparmi che avevano e adesso hanno bisogno di aiuto, almeno della spesa di generi di prima necessità.
Come è possibile che a Scampia non cambi mai nulla?
Nel periodo 1960-1990 la periferia ha beneficiato della presenza di molte fabbriche che a partire dalla metà degli anni ’80 hanno cominciato letteralmente a scappare per l’elevata tassazione, spostando le proprie sedi nei paesi dell’Est, lasciando questo territorio privo di sbocchi lavorativi. Contemporaneamente, poi, lo spostamento di interi quartieri popolari dalla città a Scampia, ma anche a Ponticelli e San Giovanni a Teduccio, vedi la legge 219, hanno creato dei ghetti. Pensate che solo con la legge 219 sono state trasferite 100.000 persone.
La mancanza di fabbriche ha generato lavoro nero e delinquenza che si autoalimentano creando un circolo vizioso. Da tempo sono impegnato per diffondere tra i giovani la cultura dello sport che grazie alla disciplina e all’impegno riesce ad allontanare molti giovani dalla strada.
Sogni futuri?
La realizzazione della Cittadella dello Sport sta per diventare realtà perché i fondi per la sua realizzazione sono stati stanziati e quando ci trasferiremo, questa palestra voglio che si trasformi in un banco alimentare.
Ciro De Biase
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