Il volto femminile della Tv campana
Mariù Adamo conduttrice di Mattina 9
“È importante essere professionali mantenendo la femminilità”
Due scarpette da ballerina e un tutù. Questa è la prima immagine che risalta agli occhi dopo aver intervistato Mariù Adamo, conduttrice di Mattina 9, la trasmissione di successo ideata da Gennaro Coppola, che ogni mattina accompagna i telespettatori con garbo ed eleganza. L’amore per il ballo, sin da bambina, la ha sempre accompagnata, come l’amore per gli studi classici, dal liceo alla Laurea in lettere classiche.
È difficile coniugare la propria femminilità con la voglia di affermare la propria professionalità?
Amo il connubio femminilità-cultura. Al contrario di quanto qualcuno possa pensare sono due elementi che spesso si accompagnano perfettamente. È impensabile che il bell’aspetto possa precludere alcune possibilità ed in alcune occasioni addirittura costituire un problema. Come se il mondo fosse diviso in belle da un lato e intelligenti da un altro.
Ma i problemi riguardano anche la disparità di trattamento fra uomo e donna?
Purtroppo si, ma pian piano questa mentalità dovrà cambiare. Per fortuna nel mio percorso professionale ho incontrato persone in grado di superare questi pregiudizi e di comprendere le potenzialità senza nessuna discriminazione.
Conduci, con Claudio Domenech, il morning show più seguito della Campania. Che effetto fa essere il volto femminile di Mattina 9 e che impegno richiede?
L’impegno è veramente tanto trattandosi di una trasmissione generalista. Non si può conoscere tutto per questo è necessario prepararsi sempre al meglio sugli argomenti che verranno trattati e sugli ospiti che dovremo intervistare.
Sei una perfezionista, come reagisci di fronte ad un tuo errore?
Sono sempre molto esigente e autocritica. Chi mi sta vicino spesso mi dice che esagero, ma pur sapendo che la perfezione non esiste, cerco di limitarli al minimo e provo ad imparare dagli errori.
Il programma ha spesso contenuti di livello nazionale.
Qual è stato il personaggio che ti ha emozionato di più intervistare?
Di recente abbiamo intervistato Ferzan Ozpetek, un personaggio veramente speciale, innamorato di Napoli.
Ma abbiamo avuto Ministri, grandi imprenditori, attori, registi, scrittori, insomma non c’è tempo per emozionarsi, si va subito in scena.
In scena appunto. Nella tua carriera hai anche recitato. Non nascondi mai il tuo amore per il palcoscenico.
Sia con il ballo che attraverso l’interpretazione di ruoli impegnativi in teatro (alcune tragedie greche) sono cresciuta professionalmente e ho costruito un bagaglio culturale che porto sempre con me. Ma il teatro mi ha aiutato anche a migliorare l’uso della mia voce insieme ad alcune esperienze in radio per emittenti campane.
Un bagaglio culturale che hai iniziato ad arricchire sin da bambina.
In effetti gli studi classici mi hanno aiutata. Sono la mia vera passione e non li ho affrontati con lo spirito di conseguire la laurea, ma solo con la voglia di imparare, di conoscere, e così di crescere. Ho seminato e, continuo a farlo, e nel momento opportuno è giusto raccogliere i frutti.
In tv hai iniziato con programmi per bambini, poi sei stata notata da Gennaro Coppola.
Ero la fatina del programma Occhio Marmocchio. Un ruolo divertente che è stato anche un trampolino di lancio. Gennaro Coppola, infatti, mi ha notata, e mi ha proposto di condurre un programma di cucina prima dell’approdo a Mattina 9.
Subito grande successo, siete giunti alla quarta stagione con ascolti sempre in crescita.
È un lavoro di squadra. Il conduttore è solo il front man, ma alle spalle c’è un’organizzazione a partire dagli autori come Vittorio Marotta, con il quale c’è grande sintonia e quasi ogni mattina ci confrontiamo sui contenuti.
Quale è l’aspetto che preferisci del tuo lavoro?
La possibilità di essere me stessa, di interloquire con lo spettatore in maniera sincera e senza filtri, senza imitare nessuno.
Il mio scopo è creare empatia con pubblico e ospiti con semplicità. Mi piace anche poter dare visibilità a persone in gamba che magari non riescono ad emergere e provare a mostrare quanti giovani validi ci sono nel nostro territorio.
Progetti per il futuro?
Il lavoro deve essere soddisfacente e gratificante, due condizioni non semplici da trovare. Per questo sono contenta di quello che faccio e sono anche ambiziosa. È ovvio che se arrivassero opportunità lavorative nazionali farebbero riflettere, ma dovrebbero essere sempre di qualità. Inutile provare a fare salti con il rischio di cadere nel trash. Per questo, per adesso, non ci penso, in futuro chissà!
Giuseppe Porcelli
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