Il ritorno del Teatro dei burattini
Apicella: far ridere con uno sguardo all’attualità
C’era una volta… questo è il celebre attacco che dà inizio ad ogni favola. Ma, per il mondo dei burattini, il riferimento è diverso. Meglio esordire con: “Pe’ tte songo ‘ nu principe, Pe’ tte so’ nu signore, Per questo colto pubblico un umile servitore.”.
La frase è del Pulcinella di Antonio Petito, vero ispiratore della storia della famiglia Ferraoiolo, dal 1870 maestri burattinai. Mauro Apicella, figlio di Assunta Ferraiolo, ha preso il testimone di famiglia e portato avanti una tradizione antica.
“Il 24 settembre torneremo al Vomero con i nostri spettacoli per grandi e piccini” racconta Apicella che, con il suo Teatro Nazionale dei Burattini, ha iniziato a girare l’Italia in proprio, sin dal 1984. “Da 29 anni torniamo con piacere a Napoli, in particolare al Vomero dove veniamo accolti con entusiasmo dal pubblico, ma anche dai vigili urbani che garantiscono sempre un clima di serenità nell’area pedonale”, prosegue Apicella. Gli spettacoli attingono molto alla tradizione delle commedie napoletane, da Scarpetta a Di Giacomo o De Filippo, mentre tra i personaggi chiave, insieme a Pulcinella, troviamo grandi comici del passato come Sordi o Totò. L’obiettivo è far ridere, ma anche far riflettere. “Trattiamo spesso, con fare scanzonato e ironico, argomenti di attualità, in fin dei conti il teatro dei burattini nel passato era lo sfogatoio del popolo” sottolinea Apicella che racconta anche le difficoltà di vivere con un mestiere che dipende molto dalle stagioni. “Ci si deve organizzare per lavorare in inverno. Così abbiamo stipulato accordi con le scuole, per raccontare il nostro mestiere e fare rappresentazioni anche con finalità didattiche. Mio nonno, invece, per sopperire al calo di lavoro invernale, iniziò a produrre e vendere caramelle: ‘e franfellicche, dolci tradizionali fatti di zucchero e miele.
Mantenere in vita le tradizioni e riportarle al pubblico è uno degli obiettivi di Apicella che per le sue rappresentazioni utilizza rigorosamente burattini artigianali.
“Abbiamo burattini secolari e continuiamo a produrne, grazie alla mia passione per la scultura, utilizzando il tiglio, un legno resistente, ma leggero”. Un burattino pesa, infatti, circa 1,3 kg, comunque non poco per chi lo deve maneggiare per ore. “Beh – scherza Apicella – non si può dire che non sia forte a ‘braccio di ferro’.”.
Giuseppe Porcelli
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