Il Polo Biomedico dell’Arenella, fiore all’occhiello della ricerca scientifica italiana
di Stefania Bertucci
Il grande edificio di via Pietro Castellino all’Arenella , che negli anni 70 era la sede di una grande industria farmaceutica, e diventato sede del CNR poi, è oggi uno dei fiori all’occhiello della ricerca scientifica italiana. Conosciuto e apprezzato dagli addetti ai lavori non solo in tutta Italia, ma in Europa e negli USA. In via Pietro Castellino ci sono 7 dei 18 istituti di ricerca del CNR dislocati sul territorio di Napoli e Provincia. Questi Istituti costituiscono un Polo Biomedico e si occupano “delle Scienze della Vita”, cioè studiano a livello molecolare, fisico, chimico i meccanismi e le “regole” che sono alla base dello sviluppo della vita. Ne consegue, ed è questo l’aspetto che li ha resi famosi in campo scientifico, che nel Centro di via Pietro Castellino si svolge una parte importante della ricerca sulle malattie per le quali non esiste ancora una cura, come le malattie rare ed il cancro.
E’ qui, che incontriamo Daniela Corda, direttore dell’IBP e Presidente dell’Area di Ricerca NA1.
Dottoressa Corda che cosa è l’IBP ?
“L’acronimo sta per Istituto di Biochimica delle Proteine. Nel nostro Istituto lo studio parte dalle proteine e si allarga ai vari campi della biologia. Dopo la scoperta del genoma umano, una sfida fondamentale dei nostri giorni sta proprio nel comprendere la funzione delle proteine di tutti gli organismi (proteomica). Le proteine e gli enzimi sono i veri e propri effettori delle funzioni cellulari e, in alcuni casi, il loro alterato funzionamento può determinare gravi disfunzioni e malattie, come il cancro. Mentre il sequenziamento del genoma ha fornito le informazioni sui geni, tali informazioni non possono essere usate appieno se non si conosce la funzione biologica delle proteine da essi codificate”.
In un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, come vengono finanziate questo tipo di ricerche?
“I nostri studi vengono effettuati in parte con il contributo di varie agenzie nazionali ed internazionali, come il Ministero della Ricerca e il Ministero della Salute, la Regione, l’Unione Europea e da fondazioni come l’AIRC . Collaboriamo poi con industrie farmaceutiche interessate allo sviluppo di nuovi farmaci per la cura delle malattie come l’Alzheimer, il cancro, oppure le malattie genetiche. Approfitto per ricordare l’importanza dell’AIRC (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro) per la ricerca per la cura dei tumori ed invito tutti in occasione della festa della mamma ad acquistare un’azalea dell’AIRC. Così saranno contente sia le mamme che i ricercatori AIRC!”.
Quante persone lavorano all’IBP?
“ Al momento siamo 129 tra ricercatori, dottorandi, tirocinanti, tesisti e personale amministrativo. Siamo invece circa 800 considerando tutti gli istituti dell’Area di Ricerca”.
Come si diventa un ricercatore o dottorando al CNR ?
“Si parte dalla laurea, meglio se a pieni voti, praticamente in qualsiasi disciplina, visto che il CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, opera in tutti i campi del sapere. Poi si partecipa ai concorsi per dottorato, che possono svolgersi anche presso le sedi del CNR. In particolare, il nostro Istituto recluta laureati nelle discipline scientifiche. Una competenza specifica può esser richiesta a seconda del programma del dottorato. La scelta dei nostri collaboratori però può essere solo meritocratica. Va ricordato che dedicare la propria vita alla ricerca è una missione: bisogna amare questo lavoro per poterlo fare bene. Solo così si riesce a lavorare sapendo che si contribuisce a migliorare la salute di tutti noi”.
Dove si trovano le informazioni per le selezioni?
“Sul sito del CNR periodicamente vengono pubblicati i bandi di concorso, aperti a tutti, con i quali si seleziona il nostro personale.”
Percorrendo questi corridoi si ha una sensazione positiva e soprattutto si rimane affascinati dai laboratori attrezzati e dai tanti giovani che vi lavorano con interesse.
Come si può fare per attrarre più giovani alla ricerca?
“Si deve far conoscere di più l’importanza della ricerca scientifica. E si deve partire con l’informazione nelle scuole. Ad esempio, negli ultimi quattro anni abbiamo avviato un programma di divulgazione scientifica per le scuole, aprendo l’Istituto a visite programmate per le Scuole Medie Superiori. In queste occasioni organizziamo dei seminari e delle prove in laboratorio per mostrare ai ragazzi la nostra realtà lavorativa. . I docenti interessati possono chiamare la segreteria dell’IBP se desiderano programmare una visita”.
Tra qualche mese verrà inaugurata la ludoteca all’interno del Polo Biomedico, un bel traguardo per la tranquillità delle mamme che lavorano. Che ne pensa?
“Son molto contenta di essere tra le promotrici di questa iniziativa. Trovo che sarà un’esperienza gratificante per tutti noi che l’abbiamo voluta, insieme al CUG(comitato unico di garanzia). E’ importante anche ricordare che la ludoteca avrà un “orientamento scientifico” per quanto riguarda i giochi dei bambini, così da tener conto del luogo in cui sorgerà. Inizialmente ospiterà 16 bambini ma speriamo che il numero degli ospiti possa aumentare con il tempo”.
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