IL PASSATO EROICO DI VILLA DONZELLI
Villa Donzelli è una struttura seicentesca nel quartiere Arenella, forse la più antica del quartiere, ma quasi sconosciuta agli abitanti del luogo.
La villa domina dal ponte della vecchia Via Donzelli, quello che attualmente collega via Pietro Castellino a Via Domenico Fontana; un tempo era un cenacolo artistico di fondamentale importanza per la cultura napoletana, oggi, invece, è sede di una comunità-famiglia, “Paradiso dei bambini”, gestita dalle Suore di Gesù Redentore. La sua costruzione risale intorno al 1647, periodo storico turbolento, ma significativo, per Napoli: l’insurrezione di Masaniello. Il suo fondatore, Giuseppe Donzelli, (1596-1670, Barone di Dogliola, medico-fisico e farmacista) fu un protagonista attivo di quella rivoluzione, ma anche un sostenitore culturale, poiché raccontò in un diario gli avvenimenti di quei fatidici giorni, facendone una cronaca precisa e puntuale. Successivamente, quei racconti di cronaca furono raccolti in un’opera letteraria di capitale importanza per la storia di Napoli: “Partenope liberata ovvero Racconto dell’heroica risolutione fatta dal popolo di Napoli per sottrarsi con tutto il Regno all’insopportabil giogo delli Spagnuoli”. Il fallimento della rivoluzione del 1647, la morte di Masaniello e la cattura di tutti i partecipanti, indussero il giovane Donzelli a fuggire e a rifugiarsi: “sui colli ameni, dove comprò dei terreni su uno di questi monti e si costruì la bella villa, il cui retro sta ai margini di un antico sentiero che, poi, fu detto “Monte di Donzelli”. In questo luogo egli si dedicò “…allo studio ed alla preparazione dei medicamenti…organizzando sui campi che circondavano la villa…un’azienda scoperta al sole che richiede la continua assistenza dell’occhio mio…”. In quella azienda egli faceva venire dai paesi di origine piante medicinali rare e preziose, le trapiantava sulla sua terra dell’Arenella e ne curava l’attecchimento e l’acclimatazione, orgoglioso di poter asserire che lui solo, a Napoli, le possedeva. Spesso si afferma che il quartiere Vomero Arenella sia un luogo senza storia.
Invece, tante sono le tracce del passato, i segni impressi sul territorio, basta saperli interrogare per poter conoscere la storia del quartiere e dei suoi abitanti. Il quartiere, nato con una vocazione esclusivamente agricola, ha subito negli anni, a partire dal dopo guerra in poi, un’aggressione territoriale tale da sommergere gli antichi borghi e rendere invisibili quelle testimonianze, chiavi di accesso alla conoscenza storica dei luoghi. Salvaguardare il territorio e rendere visibili quelle tracce di memoria è dovere di ogni popolo civile, ma anche un modo per recuperare la nostra identità culturale, la nostra storia locale e il nostro senso di appartenenza.
Ersilia Di Palo
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