IL PARKINSON: DALLA FARMACOLOGIA ALLA RIABILITAZIONE
Dopo la malattia di Alzheimer, quella di Parkinson è la malattia neurodegenerativa più diffusa. Durante il decorso della malattia i sintomi tendono a peggiorare, anche se il trattamento con i nuovi farmaci e le terapie non farmacologiche hanno notevolmente migliorato la qualità di vita dei pazienti.
Sintomi e diagnosi
La malattia di Parkinson è caratterizzata da rigidità muscolare, che si manifesta con resistenza ai movimenti passivi, da tremore (non sempre presente) che insorge durante lo stato di riposo e può aumentare negli stati ansiosi e da bradicinesia che provoca difficoltà a iniziare e terminare i movimenti. Questi tre sintomi, poi nelle fasi avanzate, vengono accompagnati da disturbi dell’equilibrio, andatura impacciata e postura curva. Spesso si associano depressione e lentezza nel parlare. Da un punto di vista biochimico nei soggetti parkinsoniani si verifica una riduzione della quantità di dopamina.
Cause
Sebbene l’eziologia della malattia di Parkinson non sia del tutto chiara, è ormai accettata l’ipotesi di un’origine multifattoriale della malattia, in cui interagiscono più fattori sopratutto ambientali (es. pesticidi) e genetici.
Trattamento
Non si conosce una cura risolutiva per la malattia di Parkinson; tuttavia esistono diverse strategie terapeutiche che possono controllarne i sintomi. Un buon trattamento prevede l’intervento sul paziente di diversi specialisti, tra cui neurologi, psicologi, fisiatri, fisioterapisti e logopedisti. Ciascun paziente ha una diversa combinazione di sintomi e la terapia farmacologia è calibrata sui bisogni individuali dei malati. Il primo obiettivo del trattamento è ripristinare i livelli di dopamina con una adeguata terapia farmacologica e sotto stretta sorveglianza del medico specialista.
Molto importante è la riabilitazione che prevede un programma terapeutico individuale. Eseguire una fisioterapia specifica e costante da al paziente l’opportunità di migliorare certe abilità quali la postura, la deambulazione e l’equilibrio e di ritardare quanto più possibile gli effetti negativi della neuro degenerazione. Utilissima è la socializzazione del paziente, in quanto essere parte integrante della società ha un effetto benefico sulla mente e sul corpo contrastando la depressione che spesso accompagna la malattia di Parkinson.
di Giovanni Borrelli fisiatra Statiklab
Commenti
No Banner to display
“Ponte di via S. Giacomo dei Capri: i soldi ci sono”
Aldo Masullo riceve la cittadinanza onoraria
Napoli Comics chiude i fumetti perdono la casa
Dai principi di Santobono all’Ospedale pediatrico
La moda al Vomero indossa il nastro rosa in favore dell’ Airc.