Il mondo virtuale e il cibersex. Dipendenza sessuale online
Il mondo virtuale tanto vantaggioso per molteplici aspetti della vita di ciascuno, propone anche aspetti nefasti, trappole da cui, sempre più spesso, diventa difficile uscire. Quante persone, oggi, prediligono rapporti virtuali, preferiscono iniziare relazioni senza avere il piacere di toccare la pelle dell’altro, sentirne l’odore, il profumo, raccontare di sé scrivendo per ore ed ore ininterrottamente ed instancabilmente, azzerando le distanze si ma mortificando la propria identità, privandosi della preziosa unicità del contatto vis-à-vis. Anche la sfera sessuale risente dell’invasione del virtuale, tanto che oggi molti fanno sesso attraverso un asettico ed anonimo schermo. La pornografia su Internet è un business che sta acquisendo un rilievo sempre maggiore, tanto che ogni giorno nascono nuovi siti porno, ed oggi il sesso su internet è al terzo posto per valore economico.
La possibilità di visitare gratuitamente ed in forma anonima siti pornografici ne agevola l’utilizzo e spesso l’abuso, consente di realizzare, attraverso ciò che si vede, fantasie e comportamenti che magari nella realtà non sarebbero esplicitati, garantisce l’impossibilità di contrarre malattie sessualmente trasmissibili, permette l’immediata soddisfazione del desiderio.
Ma quando l’uso diventa preoccupante, sconfinando nella dipendenza? A quali segnali prestare attenzione? La variabile quantità del tempo trascorso è fondamentale ma non solo quella. Di dipendenza sessuale on line si parla quando il dipendente trascura le attività quotidiane: amicizia, lavoro, affetti. Perdendo la nozione del tempo, anche gli stimoli della fame, della sete, del sonno vengono ridotti poiché si finisce per non avvertirli più. La vista, l’udito, la memoria sono a completo servizio dell’oggetto sessuale, l’incapacità di concentrazione ed il navigare su Internet durante le ore di lavoro porta a ricevere rimproveri che spesso diventano licenziamenti. Amici, colleghi e parenti si accorgono di tale deterioramento mentale che il dipendente cercherà in ogni modo di mascherare in modo sempre più contorto.
Come uscirne?
Riconoscere di avere un problema.
Dare un nome ad un malessere sempre più totalizzante.
Essere capaci di chiedere aiuto
di Manuela Morra
Commenti
No Banner to display
“Ponte di via S. Giacomo dei Capri: i soldi ci sono”
Aldo Masullo riceve la cittadinanza onoraria
Napoli Comics chiude i fumetti perdono la casa
Dai principi di Santobono all’Ospedale pediatrico
La moda al Vomero indossa il nastro rosa in favore dell’ Airc.