Il fotografo Carotenuto premiato a Miami
Disabile a un braccio, usa macchine compatte
La sua fotografia della statua della libertà è stata riconosciuta come una tra le migliori 95, su decine di migliaia, in occasione del Miami Street Photography Festival, una delle mostre d’arte più conosciute al mondo. Stefano Carotenuto, fotografo vomerese, ha saputo prendere la vita di petto nonostante la mancanza del braccio sinistro. “La mia disabilità è per fortuna congenita” dice “ritengo che sia meglio nascerci e affrontare la vita in questo modo piuttosto che subire un forte trauma per via di elementi contingenti”.
Cosa hai pensato dopo essere stato nominato tra i 95 finalisti?
Ero al settimo cielo. Non era la prima volta che ho provato a partecipare al concorso. Leggere il proprio nome accanto a quello di ben più celebri e famosi fotografi è stato gratificante. Ho pensato di prendere il primo volo per gli Stati Uniti. poi mi sono ricordato che ho un lavoro…
Come e quando nasce la tua passione per la fotografia?
La passione per la fotografia me l’ha trasmessa mio padre. All’epoca si utilizzavano ancora macchine analogiche e pellicole. Grazie a lui ho iniziato ad osservare il mondo circostante all’interno di una cornice, quella del mirino della macchina. Sono diversi i particolari che si possono scorgere all’interno di fotografie dal contesto completamente differente. Crescendo ho messo da parte questa passione per fare spazio a studio e lavoro. Dopo un momento difficile poi, qualche anno fa, è tornata con prepotenza.
Qual è stata la tua prima macchina fotografica?
La mia disabilità mi costringe a macchine compatte. Quando sono per strada sembro un turista qualsiasi. La mia prima macchina è stata una Ricoh GR che conservo tutt’ora. Attualmente uso una Fuji xf10.
La fotografia è arte che immobilizza un frammento di tempo. Cosa è necessario per cogliere l’attimo?
Se sapessi cosa serve per fare una buona fotografia le farei sempre. La fortuna è d’obbligo, il fallimento è costante, ma la perseveranza è fondamentale. Occorre mettere da parte tantissime foto, alcune magari le rivaluto dopo tempo, e faccio molti tentativi. Mi lascio guidare spesso dall’istinto. Se c’è una scena che mi piace alzo la macchina e scatto da diverse angolazioni.
Puoi dirti soddisfatto di chi sei oggi e della strada che hai percorso fino a questo momento?
La disabilità ha segnato e continua a segnare la mia vita, ma posso dirmi molto soddisfatto. Ciò che è stato doloroso in passato mi ha permesso di essere quello che sono oggi. Ha influenzato il mio modo di scattare, di vedere le cose, di vedere il mondo. La curiosità e la passione mi spingono ad andare avanti sempre. Ogni cosa così ha la sua soluzione.
Riccardo Rubino
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