Il cinema secondo Nicola Giuliano
Un produttore da Oscar per “La grande bellezza”
“Napoli è una fantastica fucina di attori, scrittori e registi”
L’immagine simbolo è al Dolby Theatre di Los Angeles, serata degli Oscar 2014: Nicola Giuliano, produttore cinematografico e fondatore della Indigo Film, è lì sul palco, al fianco di Paolo Sorrentino a ritirare il meritato Premio Oscar per “La Grande Bellezza”. Ma si tratta solo dell’apice di un percorso fatto di tanta passione per il cinema e tanto impegno. Un percorso partito proprio dal Vomero, teatro della sua gioventù e della sua formazione scolastica, si diploma, infatti, al Liceo Sannazaro, prima di laurearsi in giurisprudenza. Il quartiere lo accomuna proprio a Sorrentino, il “suo” regista pluripremiato. “Napoli è una città supercinematografica, un set naturale. La sua centralità nel mondo del cinema non è mai finita, al massimo ha avuto degli alti e bassi ma, soprattutto negli anni ’90, ha vissuto un importante momento di rinascita. È una città piena di drammaturgia, c’è storia da raccontare ed è naturale che sia una fantastica fucina di attori e scrittori di rilievo”. Il riferimento è ai film di registi con i quali ha costruito amicizia e un solido rapporto lavorativo come Mario Martone, Ivan Cotroneo, ovviamente Paolo Sorrentino, e oggi, anche Guido Lombardi. “A Napoli manca una casa del cinema, un punto aggregativo, forse ora qualcosa si sta muovendo, ma in passato, dopo importanti manifestazioni di interesse, anche istituzionali, non si è fatto più nulla. Da ragazzo frequentavo il Centro Culturale Giovanile di Via Caldieri che è stato fondamentale nell’alimentare la mia passione attraverso cineforum, dibattiti e incontri. Oggi queste realtà sono sempre di meno e se ne avverte la mancanza”.
Qual è l’impatto che una produzione cinematografica, ma anche una serie tv, può avere sul territorio, anche dal punto di vista economico?
“Sappiamo che la ricaduta può essere anche dieci volte superiore rispetto all’investimento, per questo non bisognerebbe esitare a finanziare questi progetti, ma se sono andato a Roma, come tanti miei colleghi, purtroppo un motivo ci deve essere. Peccato perché il nostro territorio è talmente ricco da poter essere un terreno fertilissimo per tante produzioni. Per fortuna oggi qualcuno se ne è accorto e, anche grazie ad adattamenti tv di libri di successo, la città è sempre presente (il riferimento è ai lavori di Elena Ferrante e Maurizio De Giovanni)”.
Cosa pensi degli effetti che una serie tv, tipo Gomorra, può avere sugli spettatori?
“Trovo strumentale pensare che un film debba essere per forza pedagogico, vuol dire svilire il ruolo dello spettatore che, nella maggior parte dei casi, è perfettamente in grado di gestire il messaggio che gli arriva. Porre dei paletti rigidi vorrebbe dire limitare la capacità espressiva del cinema.
Quali sono i prossimi progetti?
“A febbraio uscirà nelle sale il film di Guido Lombardi, Il Ladro di Giorni, poi stiamo lavorando con Francesco Lettieri ad un progetto con e per Netflix”.
Nicola Giuliano e Paolo Sorrentino: due ragazzi del Vomero, figli di un impiegato comunale e di un bancario, ricevono un Oscar per il miglior film straniero, uno straordinario esempio di successo e professionalità per le giovani leve del cinema italiano.
Giuseppe Porcelli
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