Il cantante racconta la sua storia professionale
Intervista ad Andrea Sannino
Andrea Sannino, l’erede di Sal da Vinci nel musical “C’era una volta Scugnizzi”, rappresenta il volto nuovo nel mondo della musica napoletana.
La sua canzone più conosciuta è Abbracciame, tratta dall’album Uanema che Andrea ha cantato accompagnato dalla voce di tutti i presenti, al Teatro Acacia, lo scorso 6 Aprile in occasione della chiusura della campagna di raccolta fondi dell’associazione NIDA in favore di Sara, una bimba che aveva bisogno di essere operata negli Stati Uniti. Anche Andrea Sannino ha contribuito con una donazione e con una performance sul palco in cui ha messo in mostra le sue doti di cantante, attore e showman.
Hai fatto tanta gavetta e non ti sei mai risparmiato e, dall’altro, ci sono stati dei momenti illuminati da incontri importanti (vedi Dalla o Claudio Mattone), per cui puoi dire di essere stato baciato dalla fortuna?
Se consideriamo la mia vita privata, il quartiere dove sono nato e le origini umili della mia famiglia, potrebbe sembrare il contrario.
Tanti, troppi ragazzi che crescono in quartieri difficili come il mio, ad Ercolano, corrono il rischio di perdersi e si percepisce di essere baciati dalla sfortuna…ma non è così. La mia fortuna è stata avere una famiglia forte alle spalle, umile nei patrimoni ma ricchissima nei valori e questo mi ha permesso di essere prima una persona e dopo un personaggio. Lo stesso valore che ho riscontrato in questi grandissimi artisti che ho incrociato sul mio cammino, che mi hanno dato tanto, ma che sono soprattutto belle persone.
Al teatro Acacia hai aperto il concerto con il pezzo Carnale, dall’album Andrè, dove parli della felicità. Che cosa è per te la felicità?
La felicitá è “viento ca t’asciutte ‘nfaccia” cioé imparare a godere delle cose che possono sembrare piccole ma che in realtá sono un continuo miracolo, come è un miracolo la vita. Oggi per me la felicitá ha anche un nome: Gioia che è il nome di mia figlia appena nata.
Ritornando sulla fortuna, non è stato un colpo di fortuna che Mertens abbia cantato Abbracciame?
Questo sicuramente sì, però credo pure che Mertens non canti una canzone perchè la prende a caso, non la impara a memoria “per fortuna”, ma forse perché gli è piaciuta tanto, troppo.
La lingua napoletana apre i cuori delle persone, a prescindere dal loro nome (Mertens). In ogni caso lo ringrazio ancora, siamo diventati amici ed é una persona straordinaria oltre che un campione assoluto.
Che emozione hai provato sentendo Mertens cantare la tua “Abbracciame”?
La stessa che proverei se Mertens un giorno segnasse il goal dello scudetto!
Al concerto hai chiaramente detto che ritieni il napoletano una lingua e che continuerai a cantare in napoletano.
Non credi possa rappresentare un limite?
Dovrei rispondere sì, ma poi la storia ci dà torto marcio. Ovunque vai nel mondo conoscono la musica napoletana e poco, pochissimo quella italiana, quindi, se la vedi da questo punto di vista, è un’arma in più anche se il mio primissimo album dal titolo “Senza Accordi” era interamente in italiano.
Una lingua altrettanto meravigliosa. Certo cercherò, quando ne sentirò di nuovo l’esigenza, di racchiudere nell’italiano sempre una sonorità partenopea, mediterranea.
Come ti è venuta l’idea di trasformare i grandi successi musicali anche internazionali in canzoni napoletane?
Ecco l’idea venne a me e a Mauro Spenillo e subito condivisa con Gianni Simioli che ne fece quasi una rubrica radio dal titolo “Dilloinnapoletano”.
Il concetto è che la nostra lingua è talmente musicale che puoi tradurre qualsiasi cosa mantenendo sempre una resa eccellente, musicale, cosa che a mio avviso non ha la lingua italiana.
Quali sono i tuoi impegni futuri?
Insieme alla mia produzione artistica composta da Mauro Spenillo e Pippo Seno, stiamo continuando a lavorate per far uscire tutti i brani del mio nuovo Album “Andrè” prodotto e distribuito dalla Zeus Record. Ed è proprio in uscita il video omonimo della canzone, che ha visto impegnati più di 100 persone in due giorni di set.
In estate, invece, uscirà un altro video girato in California, “Nuie stamme ancora ‘cca”, brano che apre il disco e i live del mio tour estivo che mi vedrà impegnato in molte città del sud Italia e non solo grazie anche al lavoro del mio manager Claudio Malfi.
Quanto è importante il sogno nella tua vita? alla fine dello spettacolo all’Acacia hai esortato tutti gli spettatori ad inseguire i loro sogni.
Lo ripeto continuamente, sarà che sono un fan assoluto di Walt Disney, ma i sogni sono tutto! Una vita senza sogni è come un mare senza cielo…sarebbe grigio, mentre l’azzurro è molto più bello.
Nelle tue canzoni affronti temi importanti come quello della dignità della persona, dei soldi e della camorra. Non solo amore nelle tue canzoni ma la canzone come funzione sociale.
In un’epoca in cui i social hanno azzerato i filtri e le censure e tutti, compresi i bambini, possono accedere con estrema facilità a tutte le peggiori notizie o immagini che la cattiveria umana ci costringe a guardare, è bene che anche la musica faccia la sua parte per pareggiare il bene, i messaggi positivi di tenacia e d’amore. L’amore non è solo quello tra partner, ma anche quello per la terra, per la gente, per il prossimo.
Ciro De Biase
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