Il calcio antico, un esempio moderno
Storia dell’Internapoli che sfiorò la serie B
In un’epoca lontana, ma non troppo, il calcio era di casa al Vomero. Una casa chiamata Stadio Collana. Sembra l’inizio di una favola che, purtroppo ha radici nel secolo scorso e, oggi, è solo un ricordo sbiadito. Ma proprio da quella storia si può ripartire per un rilancio dello sport nel quartiere. Dalla storia del calcio che conta al Vomero che non si limita solo al Napoli, che giocò al Collana per circa 30 anni, dal 1929 al 1959, con qualche interruzione, ma ha una storia legata ad una squadra tutta del quartiere: l’Internapoli.
Una storia che risale alla metà degli anni ’60, precisamente il 1964, quando l’Internapoli Football Club, nato dalla fusione di Cral Cirio e Flegrea, fu fondato da due imprenditori vomeresi, Giovanni Proto e Carlo Del Gaudio. Nel 1966 raggiunse la promozione in serie C dove rimase per quattro anni, incantando i 12.000 spettatori vomeresi che, ogni domenica, accorrevano allo stadio Collana con un sogno: l’approdo in serie B e, magari, disputare un derby con il Napoli.
Un sogno mai realizzato, ma di derby campani se ne disputarono tanti. Con Casertana, Salernitana, Avellino, ma anche Sorrento, si giocarono sfide entusiasmanti, spesso importanti per la promozione, di fronte ad un pubblico festante sempre colorato di bianco ed azzurro.
L’Internapoli, una sorta di Chievo Verona ante-litteram, disputò due straordinari campionati di serie C raggiungendo il terzo posto e sfiorando la promozione in serie B.
In particolare nella stagione 1968-69, numerosi tifosi ed esperti, come osservatori di squadre di serie A, affollavano gli spalti del Collana dove spesso c’era il tutto esaurito per assistere alle partite della squadra di “quartiere”. Una squadra che faceva parlare di sé in tutta Italia per il bel gioco espresso grazie alla guida dell’allenatore Luis Vinicio ed alla presenza di calciatori che, dopo pochi anni, sarebbero divenuti grandi protagonisti in serie A.
Giocatori del calibro
di Giorgio Chinaglia, che in quella stagione fu il capocannoniere della squadra realizzando 15 reti, o Pino Wilson. Entrambi nella stagione successiva furono acquistati dalla Lazio che nel 1974 avrebbe conquistato lo scudetto. Ma anche Massa approdato all’Inter o Cordova che passò alla Roma. L’Internapoli terminò la sua corsa al terzo posto, ad un passo dalla promozione, con il secondo miglior attacco del campionato dopo quello della Casertana.
Guadagnò anche un prestigioso posto tra le figurine degli album dei calciatori Panini, che all’epoca spopolavano fra gli appassionati. La squadra poi subì un inesorabile declino che la portò prima alla retrocessione in serie D e poi a scomparire, ma è rimasto il ricordo indelebile di un progetto, durato un decennio (1964-1973), fatto di passione e professionalità che rappresenta, ancora oggi, un esempio da seguire per chi abbia voglia di investire nelle attività sportive del quartiere che, in questo periodo, sono praticamente inesistenti.
Cristiano De Biase
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