I politici stiano al servizio dei cittadini
Napoli, 4/04/2013-di Arnaldo Capezzuto- E’un vomerese doc. Chi lo conosce lo incontra spesso per le strade del quartiere collinare. Aldo Masullo (nellafoto) è un giovanotto di appena 90 anni, compiuti lo scorso 12 aprile, nonostante la carta d’identità che davvero conta poco, è proteso verso il futuro anzi come dice lui “vorrei capovolgere questo mondo e rimetterlo in piedi”. Pur abitando da anni al Vomero – lui è un partenopeo adottivo infatti è nato ad Avellino – ha avuto sempre un rapporto diretto con la città. “Napoli è la mia città d’adozione e l’ho sempre vissuta con una profonda gioia”. Aldo Masullo è uno tra i più importanti filosofi italiani contemporanei. Laureatosi in filosofia e in giurisprudenza, discepolo di Antonio Aliotta e Cleto Carbonara, libero docente di Filosofia teoretica dal 1955, professore ordinario dal 1967, attualmente insegna Filosofia morale nell’Università degli Studi di Napoli. Ha trascorso vari periodi di ricerca e di insegnamento in Germania. Dal 1984 al 1990 è stato Direttore del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Napoli. E’ socio dell’Accademia Pontaniana, della Società Nazionale di Scienze Lettere ed Arti di Napoli e dell’Accademia Pugliese delle Scienze. E’ insignito della medaglia d’oro del Ministero per la pubblica istruzione. Candidato indipendente nelle liste del Pci, dal 1972 al 1976 è stato Deputato al Parlamento e dal 1976 al 1979 Senatore della Repubblica e Parlamentare europeo. “Vivo al Vomero da molto tempo: è un luogo particolare e solo apparentemente meno napoletano di altre zone della città. Napoli da me è amatissima purtroppo però è attanagliata da tempo da un forte malessere che mai contrastato la rende tragicamente immobile”. Le riflessioni e le critiche di Masullo non hanno mai avuto il tono disfattista anzi contengono uno spirito propositivo e salvifico. Nelle sue considerazioni Aldo Masullo non trascura o meglio non mette mai ai margini la realtà del momento che vive la nostra metropoli. “A Napoli bisogna prestare attenzione alla vita quotidiana, insomma per capirci quella di tutti i giorni. La politica non deve fare discorsi complicati ma garantire servizi efficienti, aggiustare le strade, l’arredo urbano, curare il verde pubblico, migliorare i parchi e i luoghi di socializzazione, aiutare e sostenere le attività scolastiche”. “I napoletani si vogliono sentire accolti, seguiti, accompagnati. Ecco le autorità non devono smarrire il dialogo con la gente ma starci in mezzo”. E ancora: “Adesso è il momento di unirsi, la malattia cronica di Napoli è stata la separatezza che non serve per risolvere i problemi. Il bene comune lo si persegue associandosi solo così si è società e si diventa comunità ”. E conclude con una nota rivolta alle nuove di generazioni: “M’interessa il futuro dei miei nipoti, di tutti coloro che per la loro età sono i nipoti di ognuno di noi anziani. Il futuro, insomma, è ben più importante del passato, e che le responsabilità nostre non cessano con il nostro essere vecchi”.
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