GLI ULTIMI GIORNI DEL’ANNO TRA ORI, ESTENSI, DOTTI E FICO UN BEL CAPODANNO INASPETTATO!
L’Italia è tutta meravigliosamente stupenda, ma nel suo centro si possono scoprire inaspettate bellezze.
Una di queste è Arezzo che può essere, a giusta ragione, considerata una delle più antiche città in Italia, altrettanto si può dire delle sue grandi tradizioni culturali e, soprattutto, artigianali, fra le quali spicca quella relativa alla realizzazione di stupendi capolavori d’arte orafa. Nell’area dell’aretino, infatti, la lavorazione dei gioielli ha origine remote: risale addirittura ai tempi degli Etruschi, che primeggiavano in questa forma di artigianato e vantavano non pochi abili maestri orafi.
Negli ultimi decenni Arezzo, attorno alla lavorazione dell’oro, ha sviluppato la propria economia diventando il primo distretto del settore a livello nazionale.
Non solo per il settore orafo è nota Arezzo, la cosiddetta città di Piero, da quel Piero della Francesca che ha lasciato capolavori inestimabili di pittura, ma anche per i suoi palazzi, le sue chiese le sue stradine tortuose che trasudano medioevo.
Tante città italiane hanno un soprannome che ne ricorda l’origine storica o che le descrive: Roma, ad esempio, “la città Eterna”; Venezia, “la Serenissima”; Firenze, “la Bella”. Bologna di soprannomi ne ha ben tre: “la Dotta, la Grassa, la Rossa”. Il primo è dovuto alla presenza della più antica università del mondo occidentale che risale al 1088; il secondo evidenzia al meglio la tradizione della sua cucina sostanziosa e opulenta; il terzo, la Rossa, è dovuto ai riflessi dei mattoni con i quali fin dal medioevo sono stati costruiti torri e palazzi ma, in epoca più recente, questo colore rosso ci porta alla mente le “Rosse” Ducati e Ferrari che, assieme a Lamborghini e Maserati, hanno fatto di Bologna e della sua regione la “terra dei motori”
Tra Tra le tante stupende città della meravigliosa penisola italiana, Bologna ha un fascino pacato, particolare; non è stata contaminata dal progresso che, ovviamente, anche nella città felsinea è arrivato, senza però riuscirne a intaccare ritmi, tradizioni, cultura e, forse ancor più, le tradizioni culinarie di cui i “dotti” cittadini sono orgogliosissimi e gelosissimi.
Di cose belle da vedere ce ne sono e tante: dalle notissime torre pendenti, quella degli Asinelli e la Gari-senda alla chiesa di San Petro-
nio nella vastissima Piazza Grande, appunto! Dalla fontana del gigantesco dio Nettuno, opera del Gianbo-logna al sug-gestivo centro storico, uno dei meglio conservati d’Europa, dove si ergono antichi palazzi e chiese ricchi di opere d’arte. Centro storico caratterizzato dai suoi 40 chilometri di portici che rendono la città unica al mondo. Tra questi il portico di San Luca, che congiunge la città al santuario del Colle della Guardia, è il più lungo al mondo (3.796 metri e 666 arcate). Salirvi a piedi è tradizione in caso di grazie ricevute, da quelle serie a quelle più leggere, come un aiuto in amore o per un esame. I portici bolognesi sono storia, tradizione, urbanistica e architettura e per tali ragioni sono candidati a diventare patrimonio UNESCO.
Non bastassero tante bellezze dell’antichità, Bologna si è dotata da poco più di un anno di un’altra meraviglia: il Parco agroalimentare FICO Eataly World. Un parco tematico e centro commerciale dedicato al settore agroalimentare e alla gastronomia, uno dei più grandi al mondo nel suo genere, situato negli ex spazi del Centro agroalimentare di Bologna. Un Parco che merita di essere visitato e che in molti, negli ultimi giorni, hanno definito “la Disney World del cibo in Italia”. D’altronde, se l’America ha Topolino, Pluto e Paperino da vendere all’estero, l’Italia ha un bel po’ di cavalli di battaglia da giocarsi sia in casa che all’estero; ma se ce n’è uno che nessuno avrebbe mai il coraggio di mettere in discussione, quella è proprio la cultura gastronomica, risultato di una filiera agroalimentare eccellente e di “una biodiversità che non possiede nessuno”, che merita di essere valorizzata e raccontata, e Fico è fico perché lo fa molto bene, in tanti modi diversi, anche attraverso il divertimento.
Non da meno è Ferrara, la città degli Estensi, nota per gli edifici eretti nel Rinascimento dagli Este, signori della città, tra cui l’imponente Castello Estense o castello di San Michele, del XIV secolo, con fossato, sontuose stanze private, cappella, carceri e museo.
Altro edificio che merita di essere visitato è il Palazzo dei Diamanti, sede della Pinacoteca Nazionale di Ferrara e caratterizzato dalla facciata rivestita in blocchi di marmo a forma di diamante e la Cattedrale di Ferrara, con facciata romanica a tre cuspidi e campanile in marmo, opera di Leon Battista Alberti. Da vedere, ancora, la Loggia dei Mercanti, il Ghetto Ebraico, i quartieri medioevali con la famosa via delle Volte e il Palazzo Ducale. La sede museale di Palazzo Schifanoia è ospitata in una Delizia estense in via Scandiana 23, a Ferrara. Il palazzo, in stile rinascimentale, è stato costruito nel 1385 ed il nome scelto – l’unica cosa non bella! – intendeva sottolineare la sua funzione presso la corte estense, cioè di edificio destinato al riposo ed allo svago. Il museo ospita opere d’arte storiche tra cui celebri affreschi.
Sulla strada che ci riporterà a Napoli, non disdegneremo una passeggiata nel centro storico di Orvieto con relativa visita ad un capolavoro dell’architettura gotica dell’Italia Centrale: il gigantesco e bellissimo Duomo elevato; nel gennaio del 1889 da papa Leone XIII, a dignità di basilica minore.
Capodanno non è solo cenone e brindisi di mezzanotte, è anche scoprire una serie di meraviglie in città che a volte, forse, non abbiamo ben valutato per il loro patrimonio artistico e la loro sontuosa bellezza. L’atmosfera natalizia che si respira in queste città non ha nulla da invidiare a località che, nell’immagginario collettivo, sono più…natalizie. Non mi resta, quindi, che augurarvi buon viaggio, ottimo capodanno e felice 2019!
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