Gli asili nido fanno bene alle mamme e ai bambini
Qualche giorno fa ho postato un articolo “Il nido fa bene, anzi benissimo” dell’Unione Pediatri Italiani, in cui si esalta l’utilità degli asili nido. Si fa riferimento ad uno studio statunitense del 2011 in cui si voleva studiare la relazione tra coloro che avevano frequentato un asilo nido e lo stato di salute di quegli adulti che da bambini avevano frequentato un asilo nido. I ricercatori del progetto “Abecedarian program”, hanno studiato 111 bambini tra 0 e 5 anni del North Carolina divisi in due gruppi, uno dei quali aveva avuto accesso per 5 anni all’Abecedarian program” una sorta di asilo nido. Lo studio ha dimostrato che i bambini che avevano partecipato al cosiddetto Abecedarian program dimostravano una maggiore competenza in lettura già a 3 anni, a 15 anni avevano una maggiore padronanza della lettura e della matematica e le prime gravidanze arrivavano ad una età più alta. Inoltre, in questo gruppo si riscontrava una minore prevalenza di depressione e maggiori possibilità di arrivare a un corso di studi superiori. A 21 anni, poi, sono stati nuovamente analizzati: le condizioni di salute del gruppo Abecedarian sono state messe a confronto con quelle di chi non aveva usufruito del progetto. L’indagine ha dimostrato che le persone del primo gruppo avevano indicatori di salute migliori e livelli di rischio comportamentale significativamente più bassi degli altri. Lo studio ha inoltre dimostrato che ogni dollaro investito nell’istruzione e nell’educazione di bambini piccoli rende 3,23 dollari in termini di guadagno di salute. Di fronte a tali evidenze siamo costretti a ricordare che in Italia l’offerta degli asili nido è tra le più basse d’Europa, soltanto il 12% dei bambini trova accoglienza in una struttura pubblica. Inoltre, il gap nelle regioni meridionali cresce notevolmente: si passa dal 29,4% dell’Emilia Romagna, al 2.4% della Calabria. L’Europa ci sta chiedendo di adeguarci agli standard dei paesi più ricchi, ma soprattutto il meridione arranca. Anche con l’aiuto dei fondi del Piano di Azione e coesione soprattutto nelle Regioni più interne abbiamo fallito per la difficoltà degli uffici di rilanciare una programmazione che comunque non andava oltre i due anni, per le difficoltà degli uffici perennemente carenti di personale con una formazione non adeguata, e per l’incoerenza talvolta, tra le politiche nazionali e quelle regionali. Pensare che il Regolamento e il Catalogo dei Servizi è dell’aprile 2014 mentre la programmazione dei fondi PAC è del 2013. In tutta questa confusione e difficoltà di varia natura, la Municipalità 5 è riuscita a realizzare una ludoteca e un asilo nido a titolarità pubblica ma gestione privata, grazie alla professionalità di cooperative sociali e punta per il prossimo anno ad affidare a strutture private convenzionate servizi di micro nido. Credo che investire nella prima infanzia produrrà risultati in termini di accessibilità al lavoro alle mamme e migliorerà lo stato di salute dei bambini.
DI CINZIA DEL GIUDICE
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