Giuseppe Gaeta e Laura Valentini una vita nel segno dell’arte
Una stradina nel cuore del Quartiere Arenella ha l’onore di ospitare un vero e proprio museo d’arte. Si tratta della casa del Professore di Fotografia Giuseppe Gaeta e della Maestra d’Arte Laura Valentini. Entrati nell’abitazione, non ci vuole molto a venir rapiti dalla maestosità del presepe che si espande su di un’intera parete e che si erge fino al soffitto. Perdersi nelle finezze della scenografia è un attimo; e si potrebbero trascorrere ore con lo sguardo fisso sull’espressione dei pastori. La grandiosità dell’opera potrebbe distogliere lo spettatore dalle innumerevoli manifestazioni artistiche che la casa ospita: dalle fotografie del Professore ai quadri di Sorrentino, dai modellati in argilla della Valentini, fino agli affascinanti dipinti d’arte orientale. E l’imponente collezione di attrezzatura fotografica d’epoca lascerebbe impallidire ogni appassionato del settore. Giuseppe Gaeta ha dedicato molti anni della sua vita al disegno professionale presso numerose aziende napoletane. Questa esperienza ha di certo contribuito alla specializzazione in fotografia industriale, in fotografia per opere d’arte e per quelle architettoniche. Tuttavia, non gli ha mai fatto abbandonare il disegno; e, nel 1977, gli si è affiancata professionalmente Laura Valentini, insegnante di Arti grafiche, la quale diventò ben presto sua moglie. Il loro incontro ha cambiato per sempre le vite di entrambi, dal punto di vista professionale e artistico. Se non fosse stato per Laura, è probabile il Professor Gaeta non avrebbe mai abbracciato l’idea di diventare Docente emerito di Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli. E, come rivela la Maestra Valentini, forse senza il marito non avrebbe mai scoperto un’inaspettata passione per il modellismo. Un amore smisurato che l’ha portata a perfezionare tecniche d’avanguardia e a dirigere per nove anni la scuola di presepismo Theotokos. Una vita trascorsa a collaborare con personalità del calibro Cosimo Fanzago e a lavorare per colossi come l’Alfa Romeo. A viaggiare per le regioni italiane per immortalare opere d’arte e per compiere lavori di restauro che li hanno condotti fino a New York. Affascinati sempre dall’opera dell’uomo e dall’espressione delle sue potenzialità, i coniugi d’arte hanno vissuto fedeli al proposito di non limitarsi a vedere le cose, ma di imparare a guardarle. Una vita trascorsa a cercare la bellezza e l’emozione; le uniche, come diceva Dostoevskij, in grado di salvare il mondo. E, come negarlo, noi stessi.
Chiara Pizi
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