Gigante e la scuola di Posillipo
La Villa è lì. Rossastra come un tempo, la facciata ad archi a tutto sesto, è stata a lungo la casa-studio di Giacinto Gigante, fra i più illustri rappresentanti della scuola di Posillipo. Un fenomeno che ha pochi riscontri nella storia dell’arte. Perché non nasce dall’adesione a particolari canoni estetici, né tanto meno da modelli accademici, ma si pone anzi in contrasto con le regole, da qualsiasi parte vengano. Perché la scuola di Posillipo è tutto tranne quello che l’etichetta suggerisce. E’ il trionfo della più completa libertà per l’artista, il quale opera, guidato solo dalla propria creatività e dall’emozione che la natura (intesa in ogni sua manifestazione, a partire dal paesaggio) alimenta in lui. Ma come nasce questa ristretta pattuglia di pittori che celebrano la bellezza del golfo di Napoli e della collina di Posillipo? Dall’arrivo in città di alcuni artisti provenienti dai Paesi Bassi, fiamminghi in genere, e quindi educati al rigore di una pittura severa.
Fra questi ospiti (che non lasceranno più Napoli) spicca la figura di Pitloo, sicuramente il più illustre fra i “posillipini”. Pensate per un momento ai cieli bassi e grigi del Belgio o dell’Olanda, alla poca luce, a una natura spesso mortificata dal rigore del clima, e provate a contrapporvi i colori di Napoli, l’azzurro e il verde, le albe radiose, i cieli stellati. Il confronto serve a farci capire quale è stata la spinta iniziale. La scoperta, cioè, di un mondo del tutto imprevedibile. E il nostro Giacinto Gigante? Per lui non c’è stato lo choc che ha colpito gli stranieri, ma la loro maniera di rendere il paesaggio senza limitazioni di scuola e vincoli compositivi, lo affascina.
Così si schiera al loro fianco, a dispetto di una tradizione che va in tutt’altra direzione.
Gigante diventa così un caposcuola, un artista che sa porsi con occhio puro e incantato dinnanzi alle nostre marine o ai borghi, in collina. Nasce così una galleria di dipinti, acquerelli, disegni che offrono immagini fresche e immediate non solo del golfo, ma della costa da Pozzuoli a Sorrento ad Amalfi. Rappresentazioni di intensa poesia, nelle quali l’artista obbedisce solo alle sue emozioni.
La villa non può purtroppo restituirci questi sentimenti e far rivivere la straordinaria maestria di Gigante. Ma merita ugualmente una sosta commossa e pensosa.
di Camilla Mazzella
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