Gianluca e Raul Cestaro: I gemelli del fumetto
Disegniamo in coppia Tex e Dylan Dog
Disegnare a quattro mani? Si può, soprattutto se a farlo sono due fratelli gemelli: Gianluca e Raul Cestaro. Matite, ma anche pennelli e pennarelli, destinate al personaggio più importante e, forse, più famoso del panorama del fumetto italiano: Tex. La punta di diamante della casa editrice Bonelli, una delle massime aspirazioni professionali per disegnatori in Italia.
Gianluca, da un paio di anni vomerese, non nasconde il legame con il quartiere: “prima di viverci, spesso venivo a trovare la mia fidanzata al Vomero. Giocavamo a ping pong e poi andavamo a mangiare un panino o una pizza. La possibilità di scegliere qui non è mai mancata”.
“E’ un quartiere commerciale – prosegue – molto comodo anche per il mio lavoro. Riesco, infatti, a rifornirmi del materiale di cancelleria per me indispensabile e vivo anche nei pressi di due fumetterie dove mi approvvigiono di nuove letture”.
Si perché prima diventare un disegnatore bisogna leggere e studiare.
“In realtà io e mio fratello siamo autodidatti, abbiamo affinato la nostra tecnica nel tempo senza seguire corsi di disegno e senza avere veri e proprio maestri. Abbiamo, invece, seguito tanti esempi, leggendo fumetti sin da piccoli e imitando grandi autori”.
Quando avete scoperto la passione per il disegno?
“Da bambini eravamo attratti dai cartoni animati giapponesi: da Lupin III a Goldrake o Capitan Harlock. Li disegnavamo sulle pareti creando non pochi problemi alla carta da parati di casa. Ma non mancavano i classici Disney. Leggere Topolino e provare a disegnarlo era normale. Ammiravamo in particolare Giorgio Cavazzano”.
Per diventare disegnatori di professione è stato, però, fondamentale il passaggio al fumetto realistico.
“Crescendo le nostre attenzioni si sono riversate sui fumetti che leggeva nostro padre come Tex o Diabolik. Abbiamo iniziato a ricopiare fumetti realistici e abbiamo anche scoperto la nostra passione per Dylan Dog”.
La vostra formazione ha influito sulla vostra professione?
“Di sicuro le nostre attitudini le abbiamo mostrate anche nelle scelte scolastiche con il diploma all’Istituto d’Arte e poi l’Accademia della Belle Arti, ma il nostro stile si è sviluppato pian piano affinandosi con l’esercizio”.
Dalle risposte emerge il legame forte con tuo fratello anche dal punto di vista professionale.
“Come molti fratelli gemelli siamo cresciuti quasi in simbiosi e questo lo abbiamo trasportato anche sul lato professionale. Lavorare in coppia, infatti, prevede alcune peculiarità. Noi ad esempio disegniamo una pagina per uno. Questo comporta l’obbligo di avere un stile molto similare e una qualità costante. Non possiamo permetterci cali altrimenti sarebbe evidente la differenza fra le pagine. In questo modo, inoltre, nessuno dei due è costretto a rinunciare alle singole fasi del disegno che vanno dalle matite all’inchiostratura”.
Quale è stato il vostro percorso per affermarvi?
“E’ un percorso molto semplice. Direi classico. Abbiamo preparato alcuni disegni di prova di Nathan Never e li abbiamo mostrati ad un colloquio presso la Bonelli a Milano. Siamo stati apprezzati e ci hanno affidato alcune storie di Zona X (spin-off di Martin Mystère). Ma ci siamo affermati disegnando il fumetto giallo Nick Raider”.
Poi il passaggio a Tex.
“Un passaggio prestigioso. Abbiamo disegnato una decina di storie. Poi ci siamo presi una pausa e ci siamo dedicati ad una delle nostre passioni di infanzia: Dylan Dog. Oggi siamo tornati a lavorare su Tex con una storia che segnerà il ritorno di Mefisto, l’acerrimo nemico del cowboy bonelliano”.
“lavoravamo su Nick Raider – racconta Raul – quando il nostro sceneggiatore ci chiese di disegnare alcune scene con cavalli in una stalla. Non lo sapevamo, ma in realtà gli editori ci avevano sottoposto ad una sorta di test per vedere come ce la cavavamo nel disegnare animali, per poi proporci il passaggio a Tex. Ed è andata bene!”.
Avete il desiderio di cimentarvi con una tipologia di fumetto differente?
“L’amore per la Disney non è mai scemato, tra una tavola e un’altra spesso mi ritrovo a disegnare ancora Topolino o Paperino. Ma forse, visto il nostro stile un po’ noir, potremmo cimentarci con qualche supereroe del genere Batman o Il Punitore”.
Come organizzate il vostro lavoro?
“La tecnologia ci è venuta incontro. Prima, vivendo nella stessa casa, era più semplice confrontarsi, ma oggi attraverso email o whatsapp mandarci le immagini è comunque facile. Così siamo in grado anche di sviluppare un vero montaggio di scene in sequenza senza rischi di errori o ripetizioni”.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti! Chissà che un giorno non si possa scoprire che anche Tex o Diabolik, in realtà, hanno un fratello gemello con il quale dividere il lavoro!
Giuseppe Porcelli
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