Geoff Crammond: il vero padre dei simulatori moderni
di Fabio Marino
Parlare di retrogaming non è né un operazione nostalgica né roba da nerd solitari, ma uno modo per capire come si è evoluta l’informatica attraverso ciò che i ragazzi più amano: i videogiochi.
I videogames sono un mezzo moderno per scaricare ansia e stress, ma anche per condividere con gli altri tempo e passione. Computer sempre più potenti, connessioni sempre più veloci, smartphone e tablet facilitano l’interazione con giochi che simulano la realtà e permettono di partecipare a veri e propri tornei, sfidando amici e conoscenti, seduti comodamente davanti ad uno schermo.
Negli Anni ‘80 e nei primissimi Anni ‘90, la tecnologia era alquanto primitiva e chi produceva e distribuiva giochi pensava quasi esclusivamente all’entertainment dell’utente.
Ma ci furono pionieri che intrapresero un’altra strada facendo in modo che i videogames diventassero, arte, cultura e creatività. Tra tutti emerge sicuramente la figura di Geoff Crammond, programmatore britannico che, presso la BBC Micro, si dedicò alla realizzazione di Aviator, probabilmente il primo simulatore di volo, con degli antichissimi linguaggi di programmazione: il Fortan e il Basic!
Nomi sconosciuti alle nuove generazioni, ma non ai quasi quarantenni che hanno vissuto l’evoluzione dell’informatica e ben sanno che i programmatori di una volta, di solito nel proprio garage, compilavano tutto il codice nella sua interezza. Oggi tutto è cambiato: i linguaggi di programmazione sono più semplici ed intuitivi; non esiste più il programmatore solitario, ma si lavora in team e ogni membro dello staff ha un suo specifico compito.
Ma torniamo a Crammond, entrato nella leggenda non solo per aver regalato al pubblico Stunt Car Racer, divertente racing game tra Dragster, che permetteva di avere la visuale dalla camera car e di immaginarsi con il proprio mezzo su quelle piste che assomigliavano a vere e proprie montagne russe, ma soprattutto per la serie Grand Prix della Microprose, suo capolavoro, che dava la sensazione di stare davvero al volante di una F1. Anche alcuni piloti professionisti cominciarono ad utilizzarlo per allenarsi senza correre rischi e il risultato del loro allenamento fu così soddisfacente che veri team iniziarono a collaborare con Crammond per migliorare sempre più la fisica e le ambientazioni nelle nuove edizioni del gioco.
Quando Microprose fu assorbita dalla Hasbro Interactive, Crammond si ritirò a vita privata, dedicando il suo tempo ai suoi hobby, ma non è escluso un suo ritorno. Dalle sue idee nacquero futuri simulatori, tra cui anche I-racing e R-Factor, veri punti di riferimento per gli appassionati, che meritano un posto di diritto nel pantheon dei migliori videogiochi di tutti i tempi.
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