Gemito in mostra a Capodimonte
Il 10 settembre, presso il Museo di Capodimonte, è stata inaugurata la tanto attesa mostra dell’artista napoletano di fine ‘800, Vincenzo Gemito, scultore, disegnatore e orafo, aperta ai visitatori fino al 15 novembre del 2020. ( Foto di A. Benestante)
La mostra approda a Napoli dopo il grande successo riscosso a Parigi nel 2019, che ha restituito al grande artista napoletano quella gloria internazionale che aveva già incontrato a Parigi durante l’Esposizione Universale del 1878. La mostra di Vincenzo Gemito, anticipatore di temi e mode, dal titolo: “Dalla scultura al disegno”, nasce da un progetto di Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte e di Christophe Leribault, direttore del Petit Palais di Parigi, ed è a cura di Jean-Loup Champion, Maria Tamajo Contarini e Carmine Romano. Molte delle opere dello scultore napoletano presenti alla mostra sono state acquisite dal Museo di Capodimonte solo lo scorso 2014 dalla collezione privata Minozzi. Altre, invece, provengono da musei anche internazionali come il Museo d’Orsay di Parigi, il Museo di Philadelphia Museum of Art e il Getty Museum di Los Angeles negli Stati Uniti. Lo scopo del Museo è di riportare alla luce uno degli artisti più famosi di fine ‘800, ma anche tra i più dimenticati. La mostra presenta oltre 150 opere, tra vigorosi disegni, figure in terracotta e un gran numero di sculture, tutte ritraenti scene popolaresche napoletane. Le opere esposte, suddivise in nove sezioni tematiche, ripercorrono le tappe della travagliata vita di Vincenzo Gemito, dall’abbandono all’adozione, dall’infanzia povera, vissuta tra gli scugnizzi partenopei, alla follia, fino al successo e all’Esposizione Universale a Parigi. Due sezioni sono dedicate ai due grandi amori dell’artista: Mathilde Duffaud, modella francese di nove anni più grande, precocemente scomparsa per una malattia mortale, e Anna Cutolo, detta Nannina, modella prediletta di Domenico Morelli e poi amante e compagna di Gemito, dalla quale l’artista avrà una figlia, Giuseppina. Commovente è il disegno di Anna morente esposto nella galleria di Capodimonte. Un destino crudele sottrae a Gemito due volte l’amore, lasciandolo inconsolabile e in uno stato in cui alternava fasi di intenso lavoro a momenti di isolamento e iraconda follia. Addolorato dal lutto, ferito dalla demenza, Gemito riuscì comunque a realizzare nei suoi ultimi anni una serie di opere sorprendenti. Esempio superbo in mostra è il magnifico Medaglione con la testa di Medusa, in argento dorato, proveniente dal Getty Museum di Los Angeles. In mostra anche la celebre” Coppaflora”, un raro capolavoro di oreficeria, che testimonia il grande talento di Gemito sia come scultore che come orafo. E ancora, tanto per citarne alcuni, il Giocatore, il Pescatore Napoletano, il Malatiello, il Pescatorello. In mostra anche un acquerello di strepitosa fattura: La Zingara, che mostra la follia di Gemito, sempre alla ricerca della bellezza popolare della sua Napoli.
ERSILIA DI PALO
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