FRANCESCO ALBANESE DA TUNNEL CABARET A MADE IN SUD
Attore, comico e regista del suo primo film “Ci devo pensare”, Francesco Albanese ha lavorato per anni con Alessandro Siani. Dal 2014 è approdato a Made in Sud con le sue parodie “50 sfumature di Grigio” e “L’app Dolce Metà”.
Diventare un attore è sempre stato il tuo sogno o hai intrapreso questa strada per caso?
“Come tutti i bambini volevo fare il calciatore poi, però, mi sono reso conto che per andare agli allenamenti bisognava svegliarsi presto la mattina così ci ho messo una pietra sopra. Cercavo un mestiere che mi facesse svegliare tardi, molto tardi. Volevo lavorare di notte, quindi dovevo scegliere tra il metronotte e l’attore. Decisi così di fare l’attore per svegliarmi tardi.”
Com’è nato il tuo rapporto con Alessandro Siani?
“Eravamo nella stessa scuola, lì è iniziata la nostra avventura. Restavamo a fare calcetto e tornei di ping pong, poi ci decidemmo di fare teatro. Abbiamo iniziato a recitare per non tornare a casa a studiare: eravamo giustificati!”
Oltre al cinema e alla televisione ti sei esibito in teatro, qual è il tuo rapporto con quest’ultimo?
“Il teatro è un’iniezione immediata, fa effetto subito. Il cinema è a rilascio lungo, ha un’altra gestazione. Sono due linguaggi completamente diversi, non puoi pensare all’uno quando fai l’altro.”
Ci racconti un aneddoto divertente dietro le quinte?
“Io e Alessandro Siani ci esibivamo in un piccolo locale chiamato il Tunnel a Santa Chiara, nel Centro Storico di Napoli. All’inizio con noi c’erano anche I ditelo Voi, Simone Schettino e Paolo Caiazzo. Eravamo tutti agli inizi e ogni sera andavamo lì. Un giorno uno spettatore si rivolse a me e ad Alessandro e ci disse: “Voi mi piacete tanto, siete i migliori!”, erano i primi complimenti che ci rivolgevano. Eravamo così contenti che gli offrimmo una birra e una porzione di patatine. Ad un certo punto, mentre sguazzavamo nei suoi complimenti, si rivolse a me indicandomi “tu mi piaci quando dici tieness cient lir?” che era il tormentone dello sketch di Antonio e Michele. Ci aveva scambiati per loro! A quel punto Alessandro gli tolse la birra di mano e io gli tolsi le patatine e gli dicemmo “Vatten!”. I nostri primi complimenti erano rivolti ad altri.”
Qual è il tuo rapporto con Napoli e con il Vomero?
“Io amo Napoli, sono cresciuto al Centro Storico. Il Vomero è una zona a cui tengo particolarmente, mi sono esibito al teatro Diana, al Cilea, all’Acacia. Ho scelto di girare scene del mio film “Ci devo pensare” a via Luca Giordano. Se penso alla cinematografia il Vomero è nei miei pensieri.”
Laura d’Avossa
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