Un fondo in favore dei NEET
di Mariagrazia Vitelli – Commercialista
Economia
Li chiamano, con un acronimo inglese, Neet. Sono i giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono iscritti a scuola né all’università, che non lavorano e che nemmeno seguono corsi di formazione o aggiornamento professionale. “Not in Education, Employment or Training”. Nel nostro Paese sono oltre due milioni, il 21,2 per cento della popolazione nazionale di riferimento: un esercito immobile di nuovi analfabeti lavorativi: che ha perso il treno dell’istruzione, che scivola verso i confini del mercato occupazionale, che rischia di non contribuire mai al sistema previdenziale. E pesa come un macigno sulla ripresa economica italiana. «È forza lavoro che sarebbe molto utile alle imprese in un momento come questo di uscita dalla crisi , ma che resta inattiva, espulsa dai percorsi formativi e che contemporaneamente non riesce a entrare nel mondo del lavoro. Ed è a un passo dal diventare disoccupazione strutturale». Ecco quindi , “Garanzia Giovani” è un primo passo verso l’opportunità di una occupazione. La sfida è trasformare l’occupabilità di cui la legge parla in vera occupazione. Un giudizio positivo sullo strumento messo a punto dal governo per promuovere formazione e prime esperienze di lavoro per i giovani italiani, nasce dal fatto che i numeri ci danno ragione. “Garanzia Giovani” rappresenta un buon punto di partenza. L’attenzione alla auto-imprenditorialità è una leva interessante e utile su cui puntare. Chi ha un progetto deve essere aiutato a fare impresa, a resistere anche oltre il primo anno di vita. Infine, “Garanzia Giovani” è, un primo passo verso un programma di politica industriale. Parlare di politiche attive per il lavoro è importante anche per chi il lavoro deve cambiarlo, e ragionare in termini di collaborazione tra pubblico e privato è senz’altro utile. “Garanzia Giovani” è un programma biennale finanziato con fondi strutturali europei per 1,5 miliardi di euro dedicato ai giovani disoccupati di età compresa tra i 15 e i 29 anni. Il Piano coinvolgerà i giovani di tutta Italia ad eccezione della provincia di Bolzano. Permetterà di svolgere attività finalizzate all’inserimento nel mondo del lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato, tirocinio, inserimento nel servizio civile. Garanzia giovani, il programma avviato il primo maggio per offrire agli under-30 una opportunità di lavoro o formazione: al 26 giugno, secondo l’ultimo report del ministero del Lavoro, i giovani che si sono registrati sono 98.186. Prosegue anche l’inserimento da parte delle aziende: le occasioni di lavoro sono 2.215, per un totale di posti disponibili pari a 3.352. La provenienza geografica mostra che la maggior parte risiede in Campania con 18.218 unità, pari al 19%.
Nel report realizzato dal Ministero del Lavoro si precisa che chi aderisce a “Garanzia Giovani” dal portale nazionale può indicare anche più regioni: in 60mila hanno effettuato una sola adesione (89% del totale), mentre il restante 11% ne ha effettuata più di una. Tre le regioni più gettonate: Campania, Sicilia e Lazio assorbono circa il 40% delle adesioni, mentre è la Lombardia ad avere ricevuto il maggior numero di iscrizioni “esterne” (3.636). Nella carta d’identità degli iscritti alla Youth Guarantee ( piano per il rilancio dell’ occupazione giovanile ) a prevalere è il sesso maschile (53%) e la fascia di età tra i 19 e i 24 anni (49%), mentre sono state 31.952 (47%) le registrazioni che hanno riguardato i ragazzi tra i 25 e 29 anni, e 2.549 (4%) quelle dei giovanissimi dai 15 ai 18 anni. Parliamo di casa nostra , la Regione Campania farebbe bene a utilizzare una parte delle risorse di “Garanzia Giovani” per allevare una sorta di task force di giovani da impiegare in affiancamento proprio negli enti attuatori, per progetti di qualità e per un utilizzo efficace e tempestivo dei fondi europei. Per la programmazione in corso i tempi sono stretti e si potranno avere solo risultati relativi, ma si possono mettere le basi per evitare così che le stesse preoccupazioni persistano anche domani.
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