Floridiana: aspettando un recupero sine die
Un affaccio sul golfo tra carenze e disservizi?
La Floridiana è il secondo polmone verde di Napoli, ma purtroppo, ormai da troppo tempo, degrado e disservizi la contraddistinguono. Infatti, nonostante i lavori che, tra il 2015 e il 2016, hanno interessato gli spazi all‘aperto e il museo, ancora oggi il parco in gran parte non è fruibile. Resta inaccessibile l’area adiacente villa Lucia e l’area al confine con via Aniello Falcone, spazi che necessitano di interventi molto più complessi, come la potatura di numerosi alberi pericolanti.
Carenza di fondi e di personale sembrano essere i principali problemi per il parco a cui si affianca lo scarso senso civico della cittadinanza. Il regolamento, che si può leggere all’ingresso del parco, è infatti spesso violato anche perché i varchi di ingresso sono senza custodi e il personale in servizio è appena sufficiente a consentire l’apertura del museo della ceramica. Anzi, la direttrice Luisa Ambrosio sostiene che, per il prossimo futuro, con i pensionamenti previsti, è anche a rischio l’apertura del museo stesso. A risentire della mancanza di senso civico e della vigilanza sono soprattutto i bambini, principali fruitori del parco. A questa situazione, già molto grave, si aggiunge l’assenza di giardinieri che possano occuparsi ogni giorno della vegetazione. I giardini spesso sono in situazioni disastrose, basti pensare a quello delle camelie che, fortunatamente, con gli ultimi interventi, è stato recuperato.
La direttrice ha affermato che, come ogni anno, è stata inoltrata al Ministero la richiesta di finanziamento, ma la quota accordata è appena sufficiente alla manutenzione ordinaria dell’area già aperta. Per cercare di garantire la riapertura dell’intero parco si attendono quindi proposte anche da associazioni e cittadini, attraverso, ad esempio, il crowdfunding. Nel tempo non sono mancati progetti e proposte di iniziative di privati volte anche ad offrire un maggiore servizio ai cittadini e turisti, ma gli adempimenti necessari scoraggiano. Ad oggi, quindi, non si è neanche provveduto alla realizzazione di un’area per i cani o di un percorso ciclabile.
Il parco della Floridiana costituisce, con il Museo della ceramica Duca di Martina, patrimonio dello Stato e, in quanto tale, gli adempimenti burocratici richiesti rappresentano troppo spesso un ostacolo ed un limite, ma non devono rappresentare una giustificazione. Ci si domanda se una soluzione, vista la situazione, non possa essere, come per gli altri parchi del Mibac, l’istituzione di un biglietto di ingresso. In questo modo il varco aperto sarebbe in parte vigilato e probabilmente usufruirebbero del parco solo le persone realmente interessate e si avrebbe anche un introito da utilizzare per la sua manutenzione. La situazione non è però semplice perché, considerando i pochi spazi verdi a disposizione, questa operazione potrebbe essere considerata una chiusura da parte dello Stato all’uso del bene comune. La villa Floridiana e l’annesso Museo potrebbero allora trovare altre strade ad esempio adempiere anche ad un ruolo di contenitore culturale per turisti e cittadini, organizzando spettacoli e concerti anche di sera. Ci si ricorda infatti che, in occasione dei mondiali di calcio del 1990, si provvide a dotare il parco di un impianto di illuminazione proprio per consentire la fruizione anche nelle ore serali; tuttavia, al momento, sono stati realizzati i controlli all’impianto di illuminazione. La potenzialità del parco sono tante, ci sarebbe infatti la possibilità di offrire agli utenti alcuni servizi aggiuntivi come caffetteria, guardaroba, un ristorante nella zona delle serre, un bookshop. Per realizzarli serve, però, un bando di gara che sembra essersi perso nella notte dei tempi e quindi, ad oggi, i servizi aggiuntivo sono ridotti al minimo.
La direttrice Ambrosio ha affermato che negli ultimi mesi si sono avviati con il Miur dei protocolli d’intesa per i progetti Pon finalizzati alla realizzazione di interventi per la riapertura delle aree chiuse. “Si tratta di progetti che tendono alla valorizzazione del territorio. I ragazzi dovrebbero realizzare pannelli didattici e cartellonistica per le aree da riaprire nelle quali, al contempo, si effettuerebbero lavori di manutenzione sugli alberi. Per ora, i presidi hanno deciso di rinviare a ottobre il loro inizio”.
Attualmente la gestione della Villa prevede attività come lezioni di yoga o l’uso degli spazi da parte delle scuole del territorio per svolgere alcune feste come quella del Papà o della Mamma. Per avere una svolta positiva tutti, dalla Direzione alla Sovrintendenza dei Beni Culturali, dal Comune alla Municipalità, dalle Associazioni alla Cittadinanza, attraverso accordi e con il loro costante impegno, potrebbero rendere pienamente fruibile il “Polmone del Vomero”.
Claudia Prezioso
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