A Filippo Palizzi, la strada panorama di Napoli
Mi fa piacere ripetere (come ho già detto altre volte) che non sempre ai pittori sono state dedicate, sulla collina del Vomero, strade adeguate al ruolo che hanno avuto nel campo dell’arte e alla loro notorietà. Lo sanno bene soprattutto quelli che amano questo bellissimo quartiere di Napoli che Goethe definì un meraviglioso e odoroso giardino. È il caso di Mancini, di Pitloo, di Dalbono, peraltro tra i nomi più significativi della pittura e non solo napoletana. Si salvano, tra altri, Luca Giordano, Aniello Falcone, Gian Lorenzo Bernini che godono delle vie principali del Vomero. I riconoscimenti maggiori sono andati a Scarlatti e a Cimarosa, due geni della musica e a Luigi Vanvitelli, celebre artefice della Reggia di Caserta. Ma torniamo a Palizzi. Una genia di artisti -ben sette, tra fratelli e sorelle- tra i quali spicca la figura di Filippo. Un pittore che si è formato sulla grande scuola francese, in particolare su Corot, per poi farsi interprete di quel verismo che, dalla letteratura all’arte, non ha mancato di dare prove eccezionali. Si pensi, da un lato, a Verga e a Capuana, e dall’altro, alla scuola di Portici e a Migliaro e a Francesco Paolo Michetti, per limitarci ai più famosi.È noto l’amore che gli inglesi hanno sempre avuto per gli animali. Un sentimento che non ha mancato di trovare posto anche nella pittura, eppure Filippo Palizzi, secondo molta critica qualificata, li ha largamente battuti su questa tematica attraverso una pittura corposa, densa, carica di quel colore che si sottraeva ad ogni capacità espressiva per farsi pura poesia .D’altra parte Palizzi ha con il mondo della natura, con la campagna, gli animali, i pascoli, le stalle un’antica confidenza. Non va dimenticato che l’artista era abruzzese ed è rimasto fedele alle immagini e agli ambienti della sua infanzia. Ma voglio qui ricordare qualcuna delle sue opere fra quelle più rappresentative della sua capacità d’indagine e della perizia con la quale ha affrontato l’anatomia degli animali ed i cui esiti non temono confronti: “L’amore del toro” e “Capre e Caprette” per non dire dei suoi cavalli scattanti che non saranno passati inosservati anche a un nome come Degas. Via Filippo Palizzi, che dal cuore del Vomero scende con ampi tornanti verso il Corso Vittorio Emanuele aprendosi ad ogni curva al suggestivo paesaggio del golfo, è un giusto riconoscimento alla grandezza di questo artista.
CAMILLA MAZZELLA
Opera di Camilla Mazzella
appartenente al ciclo: Pausa bar
Tecnica mista su carta
Dimensione 35×50 cm
Anno: 2016
Nella mia ricerca sulla pausa bar ho voluto rappresentare
l’atmosfera di questo luogo affascinante.
È nel bar che molti trovano un momento di distensione,
è nel bar che avvengono scambi di idee, è sopratutto nel bar
che molti pensano di poter sfuggire alla solitudine.
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