Esce “Neapolitan Shakespeare” di Gianni Lamagna
Dal 20 giugno, nei negozi di musica di tutta Italia, è disponibile il cd “Neapolitan Shakespeare” che contiene 17 sonetti del poeta inglese musicati e tradotti in napoletano. Per la prima volta al mondo, dunque, si tenta un esperimento unico: la traduzione in dialetto napoletano dei sonetti. Solo Edoardo De Filippo aveva osato tanto, traducendo, poco prima della morte, “La Tempesta”. Ma nessuno si era mai cimentato con quelli che vengono considerati il punto più alto della poesia d’amore di tutti i tempi. Definiti la chiave con la quale Shakespeare era in grado di aprire qualsiasi cuore, i Sonetti presentano un lato inedito e affascinante del drammaturgo. Studiati a lungo dai critici alla ricerca di indizi sulla vita privata di un autore per molti versi ancora misterioso, i sonetti toccano tematiche profondamente ambigue ed irrimediabilmente umane tessute in un ordito di metafore fautrici di una fascinazione universalmente riconosciuta. Il cd è pubblicato e distribuito da Europhone Records/Veloce Entertainment, prodotto da di Musica in Musica le musiche sono di Gianni Lamagna, Giosi Cincotti, Piera Lombardi, Nico Arcieri, Paolo Raffone. Arrangiamenti, elaborazioni e direzione di Paolo Raffone.
Ad aver tradotto e a dar voce ai sonetti Gianni Lamagna, voce della Nuova Compagnia di Canto Popolare, fondatore dell’associazione “diMUSICAinMUSICA” per la diffusione del patrimonio culturale e musicale napoletano e per la scoperta di nuovi talenti emergenti tra i giovani dei progetti speciali per il recupero nelle aree del disagio minorile; e da nove anni direttore artistico della rassegna APERTURE, musica nei luoghi negati. “Ho lavorato più di due anni a questo progetto – spiega Lamagna – e mi è piaciuto quanto ho imparato, soprattutto della mia lingua, il napoletano: quante cose immutate da secoli e per quanto ancora rimarranno tali! Una parte delle passioni musicali e delle esperienze cantate e suonate negli oltre quarant’anni vissuti da musicante sono presenti in Neapolitan Shakespeare: il ‘700 napoletano, la tradizione popolare, il country, la musica irlandese, i Beatles, la tradizione bandistica, l’amore per i compositori brasiliani… Che grande soddisfazione poter gioire del piacere di tutti i musicisti nell’accompagnare le parole di Shakespeare tradotte nella loro lingua, comprenderne il senso, vivere emotivamente la grandezza poetica dei Sonetti che da più di 450 anni sono sulla bocca di mezzo mondo. Mi assumo tutta la responsabilità circa le libertà personali nelle traduzioni, e per tredici dei diciassette sonetti che ho avuto anche l’ardire di musicare. Gli altri quattro sonetti sono stati composti da Paolo Raffone, il 141, Piera Lombardi, il 90, Nico Arcieri, il 91, e Giosi Cincotti che ha curato anche l’arrangiamento del suo 64. In due sonetti, il 90 e il 116, ho chiesto aiuto alle belle voci di Piera Lombardi e Alessio Arena, mentre nel sonetto 111 cantano con me le “Mamme di Sisina”.
MANUELA RAGUCCI
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