‘E GUARATTELLE
Teatrino popolare assai diffuso in passato è oggi malinconicamente rappresentato da sparuti, nostalgici artisti ambulanti in qualche contrada della città.
Il termine di questa recita è: “guarattella” derivato dal francese “bagatelle”, con influenza spagnola, dal primitivo significato, dove burla ogni cosa mondana, la cui etimologia significa, peraltro, cosa da nulla, da non considerare con seriosità.
L’attore opera in un casotto di legno, dalla modesta forma, nel quale, dietro un telone rabberciato, con abili movenze delle mani, esegue sulla piccola ribalta, movenze con burattini che altercano tra loro, con voci diverse ottenute da uno strumento particolare nella bocca del burattinaio, “guattarellaro”, in bisticci e percosse, dove prevale la caratteristica voce chioccia di Pulcinella.
La storia di questa originale forma di teatro risale al 1837, quando il lungimirante Nicola Connò intravide un proficuo guadagno nell’attingere
farse utilizzando marionette ambulanti di Colombina e Pulcinella.
Le idee furono dettate dalle rappresentazioni teatrali dei Petito, degli Altavilla, Cammarano e Scoppetta, con la figura dominante di Pulcinella che, sotto celate spoglie, irride il potente di turno, dalle vibranti mazzate a sbirri, personaggi e prepotenti, dai significativi epiteti con voce tremula per paura da esorcizzare probabili reazioni punitive nel rappresentare la “guarattella”.
di Mimmo Piscopo pittore
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