Dimagrire : non è una questione (solo) di peso!
Simona Cavallaro – Dietista
La bilancia spesso rappresenta “la coperta di Linus” per chi vuole tenere sotto controllo il proprio peso. Diventa un amico/nemico con cui si cerca di creare un’alleanza. Il patto è: “voglio pesare di meno”, poi non conta se in realtà ho un piede fuori dalla bilancia, ho digiunato prima di pesarmi oppure ho la pancia poggiata all’altimetro. L’importante è che il peso cali ed il più presto possibile. Ma vi siete mai chiesti cos’è che veramente “perdete” quando l’ago della bilancia scende? Vi interessa perdere peso o ridurre il grasso corporeo?
La bilancia non è un buon indicatore del nostro stato nutrizionale e neppure della quantità di grasso o muscolo contenuti nel nostro corpo. Peso e altezza sono misure antropometriche che servono a valutare le dimensioni corporee complessive. Per conoscere, invece, la nostra reale composizione corporea dobbiamo ricorrere ad altre metodiche. La più comune nella pratica ambulatoriale è l’impedenziometria.
L’impedenziometria è una metodica non invasiva che consente di analizzare la composizione corporea grazie alla rilevazione dell’impedenza, ovvero della “resistenza” opposta dall’organismo al passaggio di una corrente elettrica alternata a bassa frequenza. La corrente viene veicolata da elettrodi in gel posti sulla mano e sul piede. Nella pratica ambulatoriale, il maggiore interesse clinico è rivolto all’analisi di tre compartimenti corporei: massa grassa, massa magra e acqua corporea totale, in quanto la loro diversa distribuzione può influenzare la morbilità e la mortalità, alterare l’efficacia dei farmaci, o limitare la capacità di resistenza dell’organismo allo stress, al freddo ed al digiuno. Grazie all’impedenziometria è possibile monitorare la perdita di peso del paziente, facendo attenzione che non si abbia un catabolismo muscolare ma una riduzione della massa grassa. Inoltre veniamo a conoscenza del metabolismo basale del paziente e cioè la quantità di energia (calorie) consumata dall’organismo a riposo. Questo è in pratica il punto di partenza da cui elaborare una dieta, perché ci permette di decidere in maniera strettamente personalizzata di quante calorie dovrà essere lo schema dietetico da consigliare al paziente.
Se vi state chiedendo come fare ad aumentare il vostro metabolismo, ecco delle dritte da seguire:
-No alle diete drastiche. Perdere velocemente peso, abbassa il metabolismo basale, aumentando il rischio di riprendere i chili persi non appena si sgarra o si interrompe la dieta. Il corpo si assicura sempre ciò di cui ha bisogno per funzionare, e se non trova il nutrimento dal cibo, lo prende dai muscoli, bruciando la massa muscolare.
-Fare attività fisica. Il muscolo è un tessuto particolarmente attivo dal punto di vista metabolico, soprattutto quando lo si mantiene in allenamento con un esercizio fisico quotidiano. A parità di peso, il muscolo consuma molte più calorie rispetto al tessuto adiposo. Quindi aumentare la massa muscolare aumenterà il metabolismo basale.
-Non saltare colazione e spuntini. Lasciando passare troppo tempo tra un pasto e l’altro il nostro corpo tende infatti a diminuire il suo metabolismo per fronteggiare la temporanea carenza di nutrienti.
-Bere tanta acqua. Mantenere il corpo ben idratato bevendo almeno due litri di acqua al giorno (l’acqua costituisce il 65-75% della massa muscolare e meno del 35% della massa grassa).
Ma soprattutto NON SCEGLIERE DI ASSUMERE ANFETAMINE che aumentano il metabolismo favorendo il dimagrimento, ma hanno pericolosi effetti collaterali come l’ipertensione arteriosa, aritmie e forte dipendenza psicologica. Sono farmaci che aiutano a non sentire la fatica e la fame, ma non difendono l’organismo dalla mancanza di cibo e riposo impedendo al fisico di sentire i segnali di pericolo che il corpo invia quando è sotto stress, spesso oltrepassando il limite di sopportazione portando l’organismo al collasso.
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