Dillo al Vigile – L’INVADENZA DEI PICCIONI
La rubrica “DILLO AL VIGILE” è il filo diretto con il Comandante della Polizia Municipale del Vomero, Capitano Giuseppe Cortese. I lettori potranno avanzare richieste e domande scrivendo a: redazione@vomeromagazine.net indicando nell’oggetto della mail rubrica dillo al vigile. Ogni mese il Comandante Giuseppe Cortese risponderà ai lettori di VM”
L’INVADENZA DEI PICCIONI
Nel numero di Settembre 2016 del VOMERO leggo una risposta al quesito sull’invadenza dei piccioni nei bar etc che si dichiara essere una battuta spiritosa. A me sembra che questa risposta sia priva di rispetto verso l’interlocutore oltre che qualunquista nei confronti di un problema di salute reale. Avrei gradito una presa di posizione più attiva dal cosiddetto “vigile” e non una di supina rassegnazione, che tanto male ha causato alla città.
Il problema piccioni, ormai per nulla intimiditi come una volta, sui tavolini dei bar oltre che per il normale passeggio porta problemi alla salute e danni ai monumenti e, ahimè, anche ai vestiti.
Metodi per risolvere l’eccessiva proliferazione ci sono tanto che a piazza Plebiscito-Napoli e Assisi, luoghi dove da bambino mi divertivo a cacciare e/o alimentare con cibo in vendita da ambulanti in cartocci di carta i piccioni all’epoca numerosi tanto quanto a Venezia, il loro numero è drasticamente diminuito. Basta voler risolvere il problema invece di limitarsi alle battute sarcastiche. Vorrei che questa replica fosse pubblicata insieme alla Vs risposta.
Saluti, Gennaro Candela
LA RISPOSTA
Constatiamo, non senza rammarico, che ancora oggi si confonda l’interesse pubblico con quello privato e, dunque, non siano ben chiare le funzioni della pubblica amministrazione. Partiamo cosi’ dall’ “alto” per rispondere alla sua lettera, sig. Candela, perche’ il punto e’ delicato. Quando una forza di polizia (o, piu’ in generale, lo Stato) interviene a sanzionare o impedire una condotta (sia essa attiva od omissiva, privata o pubblica) e’ perche’ il nostro ordinamento accorda a un determinato bene una tutela che quella condotta offende. Simmetricamente, se una condotta non e’ vietata, allora non lede alcun bene oggetto di pubblica tutela. Non e’ pura astrazione. Tutt’altro. Esso attiene al fondamentale obbligo, costituzionalmente sancito, che incombe sulla pubblica amministrazione affinche’ utilizzi le pubbliche risorse con raziocinio. Tornando alla sua lettera, le chiediamo: un locale pubblico, in regola con tutte le autorizzazioni, deve essere oggetto di ulteriori controlli (e magari sanzioni) di polizia perche’ i piccioni infastidiscono gli avventori? Lei potra’ scegliere di non tornarci, lo sconsigliera’ ad amici e parenti e potra’ financo chiedere un risarcimento, ma tutto cio’ “a sue spese”, senza dispendio di risorse pubbliche. Potra’ anche formare un comitato di cittadini che ottenga dal Comune maggiore sforzo contro la presenza di piccioni. Ma fino a quando l’assenza di piccioni disturbatori non assurga a bene tutelato, non dovra’ essere la polizia municipale a tutelarla. Dicasi lo stesso, ad esempio, per un questuante che disturbi la nostra passeggiata o un suonatore che infastidisca il nostro udito. I cittadini ci accusano spesso di utilizzare male le risorse pubbliche da essi stessi finanziate e riconosciamo che talvolta quelle critiche centrano il bersaglio. Ma se arrivassimo a impiegare pubbliche risorse per impedire “private seccature” allora si’ che mancheremmo di rispetto ai cittadini – come lei ci accusa –. Vede sig. Candela, una lettera come la sua avrebbe potuto suggerire a lettori maliziosi che lei condivida l’atteggiamento, che tanto male fa al nostro senso civico, di considerare i lavoratori della pubblica amministrazione alla stregua di lavoratori dediti al disbrigo delle personali faccende domestiche. Ma noi non siamo maliziosi e, lo diciamo convinti, siamo certi che questo non sia il suo caso. Per il resto, le assicuriamo che mai una nostra risposta su questa rubrica sara’ consapevolmente irriguardosa nei confronti di chi ci scrive.
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