Del Vaglio: Vierz’ & Rise, vignette satiriche su Napoli
Il prof. Francesco del Vaglio è uno dei vignettisti più apprezzati nel panorama napoletano e da qualche anno le sue vignette trovano spazio sul Vomero Magazine, regalando ai lettori momenti di riflessione con umorismo su questioni di grande rilevanza per il quartiere. Questo mese esce il suo nuovo libro ” Vierz’ & Rise”, versi e sorrisi. Si tratta come è ovvio di una raccolta di versi e vignette satiriche sulla nostra realtà, italiana e partenopea, che come lui stesso afferma si è deciso a pubblicare adesso senza peli sulla lingua, o meglio sulla matita.
Prof. del Vaglio, un libro completamente in napoletano. Un omaggio alla sua città?
Un omaggio alla mia città, certo! Ma anche un sottolineare le mille contraddizioni di una terra cui il Padreterno aveva dato tutto: una lingua (perchè il napoletano non è un dialetto ma una lingua bellissima), arte, cultura, bellezze naturali, intelligenza fuori dal comune e che nonostante i tanti primati insegue sempre l’inarrivabile nord, che primeggia grazie anche ai tanti, troppi figli del sud ivi trasferiti. Nei versi e nelle vignette si evince il mio amore-odio per la mia terra. No! -come scrivo nella prefazione- Nisciuna presunzione ’e me sentì poeta. Me so’ vuluto divertì a scrivere, pecchè in Italia pare ca si dice ’na cosa intelliggente int’ ‘a ’na vignetta, ’nfunn
o, è sempe ’na strunzata. Si ’nvece, ’a stessa cosa ‘a scrive sulamente, l’intellighentia ‘a tene ‘ncunsiderazione. ’A vignetta, comunque ‘a fine ‘e ogni pensiero, l’aggio misa. Me so’ vuluto divertì, dicevo, a scrivere chello ca penso ’ncoppa a nu cuofano d’argomente, senza guardà ’nfaccia a nisciuno.
Quale è secondo la sua opinione l’elemento distintivo grafico che definisce la napoletanità?
La napoletanità è un modo di essere, di sentirsi che per certi versi è negativa ma, alla fine la sua positività ha la meglio. Non, a caso un grande giornalista e scrittore, Antonio Ghirelli individua nella «nazione napoletana» pur con i suoi tanti difetti, la detentrice di «particolari valori, di un preciso patrimonio culturale e di un determinato sistema di relazioni collettive e individuali».
Del resto nel film «Totò e Peppino divisi a Berlino» alla domanda:«Lei è italiano?» «No, napoletano», risponde Peppino.
La napoletanità è un sentirsi superiori pur contando molto meno degli altri e, nel contempo, sentirsi inferiori accettando uno stato di cose a cui bisognerebbe porre fine. La napoletanità è un modo di essere e il suo contrario! È un sentimento bello anche se sa troppo di precarietà, pertanto
evitando le troppo ripetitive immagini oleografiche, direi che non esiste un simbolo grafico per la napoletanità.
Vierz & rise” è una raccolta di vignette satiriche su una moltitudine di aspetti dei nostri tempi, crede che con la satira si riescano a risvegliare le coscienze delle persone?
Voglio credere e sperare di sì, ma non sono ottimista. La satira può risvegliare dal torpore le cosiddette persone di buona volontà, ma a quelli che creano danni nell’economia, ai governanti corrotti, ai faccendieri, agli esseri inutili che si buttano in politica, la satira fa solo un baffo.
Quale tra le vignette pubblicate preferisce? E per quale motivo?
Preferirla no! Ma i versi di «‘A sicarretta» hanno, per me, un valore particolare; sono un doveroso omaggio, di un ex fumatore professionista, a questo maledetto oggetto, la sigaretta, che indubbiamente fa male al fisico pur risollevando lo spirito. La vignetta, poi, è estremamente sintetica: su una lapide cimiteriale campeggia la scritta «EI FU» cui un anonimo ha aggiunto una emme e una o accentata!
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