DA X-FACTOR AL SUO INEDITO IN NAPOLETANO
INTERVISTA AL CANTANTE GABRIELE ESPOSITO
“MI ESIBISCO IN STRADA PER SENTIRMI LIBERO DI FARE LA MIA MUSICA”
Nel 2016 il cantautore Gabriele Esposito, classe ’98, si presenta per la prima volta a X-Factor, ma, nonostante la standing ovation del pubblico, non passa i bootcamp. Nel 2017 ha la sua rivincita conquistando tutti con il suo inedito “Limits”. Ma la voglia di esprimersi non si è conclusa con la sua esperienza televisiva. Oggi Gabriele continua a suonare, cantare e comporre i suoi inediti, esibendosi, senza filtri, sul palcoscenico più esposto di tutti: la strada. Ogni settimana via Scarlatti è il suo palco, circondato da persone che lo ascoltano e che cantano con lui.
Quando e come è iniziata la tua passione per la musica?
“Già a 12 anni suonavo una chitarra abbandonata nello sgabuzzino di mio zio e cercavo i primi accordi su internet. D’altra parte mio padre è tastierista quindi mi ha trasmesso sin da piccolo una predisposizione per la musica. Ho iniziato così da autodidatta, è stato un processo molto naturale per me.”
Com’è nata la scelta di produrre un pezzo in napoletano?
“All’inizio “Napoli lo-fi” non era in napoletano, quando l’ho scritta aveva un altro testo molto diverso da quello attuale. L’ho canticchiata in napoletano, per scherzo, con i miei producer e ho sentito che c’era una grande potenza espressiva nel cantare in dialetto quel pezzo, era un modo nuovo di cantare in napoletano. Venendo dal modo di suonare e interpretare la musica in inglese, mi sono reso conto che trasponendola in napoletano viene fuori qualcosa di interessante: è la contrapposizione tra due mondi, il cantato internazionale e il dialetto che parlo ogni giorno.”
Cosa ti tramette cantare in strada?
“Ho scoperto che fare l’artista di strada è un modo di vivere la vita. Voglio sentirmi libero di fare musica, voglio viverla e condividerla con la gente senza fare differenze. Cantando in strada in un certo senso imponi la tua presenza e la tua visione, anche se solo parzialmente ma sei anche esposto al giudizio di chiunque. All’inizio è uno sforzo, poi con il tempo diviene automatico. Quando suoni in strada hai a che fare con tante energie diverse, c’è chi ti può guardare male oppure apprezzare. È un buon allenamento psicologico mettersi a nudo. Esibirmi in strada mi piace tanto.”
Che rapporto hai con la tua città?
“Sono consapevole di ciò che mi ha dato Napoli a livello umano, soprattutto il modo di vivere, le emozioni, il sentimento, il modo di essere teatrali e musicali. Napoli ti forma. rivendico sempre la mia napoletanità quando viaggio perché è un valore aggiunto nel mondo musicale.”
Laura d’Avossa
Commenti
No Banner to display
“Ponte di via S. Giacomo dei Capri: i soldi ci sono”
Aldo Masullo riceve la cittadinanza onoraria
Napoli Comics chiude i fumetti perdono la casa
Dai principi di Santobono all’Ospedale pediatrico
La moda al Vomero indossa il nastro rosa in favore dell’ Airc.