Coronavirus, parola agli esperti
La scelta è chiara. L’argomento del giorno, del mese, o forse da inizio anno, è sicuramente il coronavirus, con tutte le conseguenze che comporta sulla salute delle persone, sull’economia, sui tentativi maldestri di strumentalizzazione politica o addirittura sportiva. La nostra scelta è quella di proseguire secondo il nostro stile, quello di dare uno sguardo a quanto di bello il Vomero ci sa offrire dal punto di vista artistico-culturale, con gli attori, i politici, gli sportivi che danno lustro al quartiere e, allo stesso tempo, restiamo in guardia sui problemi che il territorio continua ad avere. Ma evitiamo il coronavirus. Perché è un argomento che esige grande competenza in chi ne parla. Solo un medico, preferibilmente uno specialista, o un politico, possono dare informazioni attendibili e fornire consigli per evitare il dilagare di paure eccessive. Lasciamo parlare loro. Il nostro compito, in questo momento, è seguire le profilassi che ci vengono indicate. In gran parte tutte quelle norme di igiene che ci sono state fornite sin da bambini. Lavarsi le mani, non metterle in bocca o nel naso. Insomma, le dovremmo conoscere già. È arrivata una rifrescata di memoria per tutte le età, ma stavolta non c’è uno schiaffo della mamma a ricordarci come ci si deve comportare, ma un rischio più grande. Anche il mondo dell’informazione ha un ruolo da svolgere ed è quello di fornire notizie esatte, allontanare fake news o filmati che violino la privacy o istighino ad intolleranze. Proprio i media sono stati tacciati di eccessivo allarmismo, anche perché le conseguenze di una cattiva informazione si riverberano in tutti i settori, dal turismo, con perdite per tutti gli alberghi con decine di migliaia di disdette, allo sport con eventi annullati, calendari impazziti e tornei falsati. Ma la salute prima di tutto. Si è uniti tutti nella stessa battaglia. Non bisogna eccedere, ma bisogna conoscere. Ben venga una giusta piccola dose di paura, se serve a far assumere ai cittadini comportamenti consapevoli e meno rischiosi.
Giuseppe Porcelli
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