“Con il Commissario Ricciardi porto Napoli nei miei disegni”
Da Tex ad Adam Wild, l’arte di Alessandro Nespolino
Le sue matite raccontano le avventure dei più importanti personaggi del fumetto italiano da Tex a Magico Vento, da Lazarus Ledd ad Adam Wild. Parliamo di Alessandro Nespolino, disegnatore napoletano, di spessore internazionale, che dopo essere entrato nello staff di “Ricciardi a Fumetti”, può oggi, attraverso il suo tratto, descrivere anche la sua amata città.
Come è lavorare su un fumetto ispirato da un romanzo e ambientato a Napoli?
Ciò che caratterizza la serie de “il commissario Ricciardi” è la pluralità dei personaggi e l’intrecciarsi delle loro vicende in cui vediamo debolezze, amori segreti e vite private. È in questi aspetti che si nota la differenza tra una storia inedita, creata da uno sceneggiatore di fumetti, e quella tratta da un romanzo, ancor più, trattandosi dei romanzi di De Giovanni, che trae la sua forza proprio dall’interazione dei personaggi e dal loro vivere a Napoli. Anche se le vicende del commissario Ricciardi sono ambientate negli anni ’30, quando disegni i luoghi caratteristici della tua città, ti tornano alla mente tutte le volte che li hai frequentati e riesci a calarti nei suoi sapori e nei suoi colori.
Hai avuto modo di confrontarti con De Giovanni oppure c’è uno staff di sceneggiatori indipendenti che si ispira ai romanzi?
Il confronto con De Giovanni c’è stato soprattutto all’inizio della preparazione della serie. Ci incontrammo, ormai quattro anni fa, con tutto lo staff di “Ricciardi a fumetti”, per definire le basi della serie. Dopo quel primo incontro, De Giovanni ha seguito a distanza il nostro lavoro, fornendoci ogni tanto qualche nuova informazione.
Quest’anno hai ricevuto il premio Spaccanapoli durante il Comicon, un successo importante che segue il premio come miglior disegnatore italiano ANAFI che ti hanno assegnato nel 2009.
Ricevere un premio è importante perché è un riconoscimento al proprio lavoro.
Quest’anno ho partecipato allo Spaccanapoli proprio con la storia di Ricciardi, “il posto di ognuno” e, vincere a Napoli, con una storia ambientata a Napoli, equivale quasi a fare una doppietta. Il premio ANAFI lo vinsi con la miniserie “Volto Nascosto”.
Diplomato geometra, ma da sempre con la passione per il disegno, cosa ha fatto scattare la scintilla?
La scintilla è scattata quando da bambino disegnavo i primi trenini. I fumetti sono sempre stati presenti nella mia vita, grazie a mio padre, che è tuttora un lettore di Tex. L’idea di trasformare questa passione in un lavoro ha preso forma verso i 13 anni, quando ho iniziato ad appassionarmi prima a Diabolik e poi a Dylan Dog che è il “responsabile” finale di un amore verso il “racconto a fumetti”.
Il tuo esordio con il grande pubblico è stato con Lazarus Ledd
Il mio ricordo di Lazarus Ledd è legato soprattutto ad Ade Capone, il suo creatore e sceneggiatore, scomparso prematuramente qualche anno fa. Dopo un primo incontro un po’ burrascoso mi prese a lavorare su Lazarus, lasciandomi quasi totale libertà. Disegnavo con uno stile che strizzava l’occhio a disegnatori come Adam Hughes e Alan Davis.
Poi il salto in Bonelli, con numerosi incarichi prestigiosi fino all’approdo a Tex, quale è stato il tuo percorso di crescita professionale.
Il passaggio alla Bonelli, ha significato anche un passaggio stilistico, da quello più americano che utilizzavo su Lazarus Ledd, ad uno più classico. Un cambiamento dettato da una scelta personale e da una nuova esigenza di ricerca grafica. Negli anni sono passato da Nick Raider, poliziesco moderno e metropolitano, alla fantascienza anni ’50, di Brad Barron. Poi c’è stato Volto Nascosto, ambientato tra l’Italia e l’Etiopia, durante l’epoca coloniale, Adam Wild, serie avventurosa, ambientata in Africa, Tex e il Commissario Ricciardi. Lavorare su serie così diverse ha contribuito a darmi nuovi stimoli e un continuo entusiasmo. Considero lo studio dei personaggi e il primo numero di Adam Wild, uno dei punti più alti della mia carriera, perché sancisce il riconoscimento da parte della casa editrice verso il mio lavoro, insieme alla proposta di entrare a far parte dello staff di Tex, su diretta richiesta di Sergio Bonelli.
Come ti sei formato come disegnatore?
Dopo le scuole superiori ho frequentato la Scuola Internazionale di Comics di Roma perchè, a quei tempi, le scuole di fumetto, dalle nostre parti, non esistevano. Lì ho avuto modo di confrontarmi con i primi professionisti del settore, come Pino Rinaldi (anche lui scomparso prematuramente), Mario Rossi, Dino Leonetti e tanti altri.
Negli anni hai anche avuto esperienza come docente di fumetto?
Per qualche anno, fino al 2005, ho insegnato alla Scuola Italiana di Comix di Napoli, con cui nel tempo ho continuato a collaborare. Quest’anno ho tenuto, per la prima volta, un corso presso la Scuola Internazionale di Comics di Napoli, sul layout e lo storyboard nel fumetto e nelle sue varie applicazioni.
Oggi su cosa stai lavorando?
Sono al lavoro sulla serie de “il commissario Ricciardi”. Sto disegnando il settimo romanzo, “in fondo al tuo cuore”, sui testi di Paolo Terracciano, con cui ho anche realizzato “il posto di ognuno”.
In attesa del prossimo fumetto ci godiamo Tex e Ricciardi che passeggiano a San Martino nel disegno che Nespolino ha dedicato al nostro giornale.
Giuseppe Porcelli
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