Collana ancora off-limits
Giano e Regione cercano soluzioni
Stadio Collana: due anni con i cancelli sbarrati. La struttura vomerese è chiusa dal 25 gennaio 2017, circa ventitré mesi fatti di burocrazia, guerre politiche, sentenze nelle aule di giustizia. Nella polisportiva operavano circa duecento associazioni per ottomila atleti frequentanti. Tutti in attesa che qualcosa si sblocchi. La partita è nelle mani di Regione Campania, proprietaria dell’impianto, e la società Giano, aggiudicataria del bando di gara per la gestione. Paolo Pagliara di Giano pensa positivo: “D’intesa con la Regione Campania, stiamo individuando una possibile soluzione a tutte le problematiche tecnico giuridiche. L’obiettivo è cercare di definire quanto prima la fase relativa alla consegna dell’impianto sportivo”. In ogni caso, evidenzia Pagliara, “il programma degli interventi dovrà essere condiviso, considerata la particolare importanza e l’enorme bacino d’utenza del Collana. Anche l’assessorato comunale allo Sport del Comune di Napoli s’è reso parte attiva, organizzando diversi incontri con i dirigenti degli uffici preposti, volti a una rapida riapertura dell’impianto vomerese”. Tra i soci di Giano c’è anche il Campione del Mondo 2006, Fabio Cannavaro.
I fatti: qualche anno fa la Regione, proprietaria dell’impianto, decise di affidarsi a una gestione privata, non rinnovando così la concessione al Comune di Napoli. L’Ati Collana, l’associazione che riuniva alcuni olimpionici cittadini, tra cui Sandro Cuomo, risultò vincitrice del bando ma pochi mesi dopo il Tar ribaltò la situazione, dichiarò legittima aggiudicataria dell’impianto la società Giano di Paolo Pagliara e del campione del mondo di calcio Fabio Cannavaro. Si chiuse così la prima parte della questione. Ma l’accordo tra Regione Campania e la Giano non è mai stato messo in pratica. Il problema pare soprattutto di natura economica, dal momento che le spese per rimettere in funzione il Collana sono molto più alte di quanto scritto nel progetto del bando di gara, visti i tempi che si sono dilatati.
Intanto Comune e Coni lavorano per farsi trovare pronti dopo l’evetuale via libera da Palazzo Santa Lucia. Ciro Borriello, assessore allo Sport del Comune di Napoli, spiega: “In questi mesi abbiamo lavorato per avvicinare i gestori individuati con il Comune perché al momento della consegna delle chiavi del Collana a Giano vogliamo essere pronti con tutte le certificazioni e la autorizzazioni del caso. Ci siamo incontrati cinque volte con Pagliara e il suo staff. Perché la situazione è in stand by? Perché non sono ancora chiare alcune modalità per l’ingresso nell’impianto polisportivo della Giano, ma è un discorso tra la società aggiudicataria del bando e la Regione”. Ma il Comune non vuole restare passivo: “Di certo, se non dovessero essere risolte determinate questioni, prima di Natale l’amministrazione comunale farà sentire la propria voce”.
Spinge sulla strada del dialogo anche Sergio Roncelli, presidente Coni Campania: “Il confronto è costante sia con Pagliara che con la Regione per risolvere definitivamente una situazione che s’è fatta pesante. Il Coni vuole che i tempi siano quanto più brevi possibile e mi è stato assicurato che si opererà in questo senso. Il bilancio dopo due anni comincia ad essere pesante, non dimentico che questo impianto ospitava migliaia di persone ogni giorno”.
Intanto le condizioni generali della struttura peggiorano. Lo denuncia Carlo Grasso, presidente del Tennis Club Vomero, circolo attiguo al Collana: “I danni per questi due anni con i cancelli sbarrati sono molteplici. Oltre al mancato utilizzo della struttura da parte nostra (lo frequentavano quotidianamente i nostri ragazzi della scuola tennis per la parte atletica), il problema adesso è di igiene. L’incuria è evidente, noi procediamo continuamente a disinfettazioni e pulizie varie, ma occorre farlo anche all’interno. È una situazione molto preoccupante sotto questo aspetto. E poi chi viene nel nostro circolo vede l’immagine sbagliata, perché affacciandosi oltre i campi c’è uno stadio devastato che è sgradevole anche da vedere. E poi la piscina: sembra ci sia stato un bombardamento. E non a caso che siano entrati a rubare due volte nel nostro circolo da quel lato, sottraendoci bottiglie d’alcol nel bar e bibite, al punto che abbiamo dovuto togliere i distributori”. Cosa augurarsi in futuro: “Ci preoccupa molto questo mutismo: prima c’era una guerra ad avere il Collana, oggi c’è un silenzio tombale ed è la cosa che fa più paura. Temiamo che si possa ripetere la situazione del palasport Mario Argento di Fuorigrotta, chiuso dal 1998”.
Marco Caiazzo
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