CAPODANNO IN SICILIA MIZZICA, CHE BELLO!
Tra storia, arte, cultura e Gastronomia eccezionale
Miezzeca! Capodanno in Sicilia. A Catania, la città dell’elefante. Ma perché c’è un elefante a Catania? Non si sa a che epoca risalga quest’opera ma certamente è molto antica. Svariate sono le leggende sull’elefante di Catania, si ipotizza in memoria di una vittoria dei romani contro i cartaginesi.
Probabilmente non sapremo mai quali sono le vere origini di questa scelta, ma sta di fatto che l‘elefante è diventato il simbolo di Catania a partire dal XIII secolo, per poi non cambiare più nel corso degli anni.
Fondata nel 729 a.C. dai Calcidesi della vicina Naxos, la città vanta una storia millenaria contraddistinta da svariate dominazioni i cui resti ne arricchiscono il patrimonio artistico, architettonico e culturale. Durante la dinastia degli Aragonesi fu capitale del Regno di Sicilia, e dal 1434 per volere di re Alfonso V è sede della più antica Università siciliana.
Catania ha dato i natali reali o adottivi, ad alcuni tra i più celebri artisti e letterati d’Italia. Tra questi i musicisti Vincenzo Bellini e Giovanni Pacini e gli scrittori Giovanni Verga, Luigi Capuana, Federico De Roberto, Nino Martoglio e Vitaliano Brancati. Il barocco del suo meraviglioso centro storico è stato dichiarato dall’UNESCO, patri-monio dell’umanità, nel 2002. “Melior de cinere surgo”, “Rinasco dalla cenere più bella di prima” è scritto sulla Porta Garibaldi di Catania.
Era questo il motto della mitica fenice che rinasceva dalla sua cenere ogni volta più bella ed è una frase che sintetizza benissimo la storia di questa città della Trinacria, come anticamente veniva chiamata la Sicilia. Distrutta 9 volte da terremoti, eruzioni e invasioni, 9 volte è stata ricostruita più bella di prima. Quella che vediamo ora è la Catania dell’ultima ricostruzione, del 1693, quando un terremoto violentissimo la rase al suolo. Si era in pieno Barocco, stile con cui furono ricostruiti quasi tutti i palazzi nobiliari e le chiese cittadine. Lasciati fortunatamente intatti da allora, oggi rappresentano un complesso architettonico di inestimabile valore tanto che il centro storico di Catania è tutelato dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Trascorrere qualche giorno a Catania significa godersi oltre queste meraviglie architettoniche, anche la vivacità dei mercati popolari, la bellezza selvaggia e infuocata dell’Etna e il limpido mare della costa. Senza dimenticare che si mangia alla grande e ci sono dei dolci eccezionali
Non manca Il verde pubblico costituito dai parchi situati all’interno della città. Sei quelli di una certa grandezza e importanza: il Giardino Bellini o Villa Bellini, chiamato ‘a Villa, e dedicato al musicista Vincenzo Bellini; il Giardino Pacini o Villa Pacini, detto Villa ‘e varagghi (cioè “degli sbadigli”) dedicato al musicista Giovanni Pacini; il Parco Gioeni (situato a nord del quartiere Borgo, alla fine della bellissima via Etnea); il Patco Falcine e Borsellino (a nord del corso Italia), dedicato agli omonimi magistrati uccisi dalla mafia; e il Boschetto della Piaia (nella zona tra il sud della città e l’Aeroporto Vincenzo Bellini, l’ex Mercato Ortofrutticolo Comunale e il quartiere Plaia). Tra gli altri, per l’importanza storica e per la conservazione della biodiversità, va ricordato l’Orto botanico , nel quartiere Mercede.
Solo 10 chilometri distanziano Catania da Aci Castello, antico borgo marinaro posto a 15 metri s.l.m. La cittadina prende il nome dall’omonimo castello costruito nel 1076 dai Normanni su un vicino colle di pietra lavica. Proprio attorno al castello venne fondato il primo borgo. Nel corso degli anni, pur mantenendo le sue antiche origini, si è via via trasformato in un prestigioso luogo balneare, meta di numerosi turisti.
L’elemento più caratteristico di Aci Castello è senza dubbio il Castello Normanno che domina la piazza del paese. Costruito con pietra lavica proveniente dal monte Etna, sorge su di un promontorio di roccia lavica a picco sul mare, delimitato da una lunga balconata da cui si può ammirare lo stupendo mare sottostante e la suggestiva Riviera dei Ciclopi. Ricchissima di odori, sapori e colori, la cucina di Aci Castello offre una grande varietà di pietanze prelibate.
Non può e non deve mancare, al nostro itinerario Siracusa, nota per le rovine dell’antichità. Posta sulla costa sud-orientale dell’isola, Siracusa possiede una storia millenaria. Annoverata tra le più vaste metropoli dell’età classica, primeggiò per potenza e ricchezza con Atene, che tentò invano di assoggettarla. Numerose le personalità influenti accolte al suo interno, come Platone che cercò di instaurarvi lo Stato ideale della Repubblica. Patria di artisti, filosofi e uomini di scienza, diede i natali, tra gli altri, al celebre Archimede. Fu conquistata da Roma nel 212 a.C.. Cicerone nel I secolo a.C. la descriveva ancora come la «più grande e la più bella città greca». Durante la Seconda guerra mondiale, il 3 settembre 1943, venne firmato a sud-ovest di Siracusa, in contrada Santa Teresa Longarini, l’armistizio che sanciva la cessazione delle ostilità tra il Regno d’Italia e le forze alleate anglo-americane, passato alla storia come l’armistizio di Cassibile. Caratterizzata da ingenti ricchezze storiche, architettoniche e paesaggistiche, la città di Siracusa è stata dichiarata dall’UNESCO, nel 2005, patrimonio dell’umanità
Il centrale e interessantissimo Parco Archeologico della Neapolis racchiude l’anfiteatro romano, il Teatro Greco e l’Orecchio di Dionisio, una grotta scavata nel calcare a forma di orecchio umano. Tre perle siciliane: Acicastello, Catania e Siracusa, per augurarsi buon anno in una location storicamente, artisticamente, culturalmente e gastronomicamente eccezionale. Miezzica!
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