I Camaldoli e Camaldolilli
Posillipo, Vomero, Capodimonte, Capodichino, Camaldoli, sono le colline che caratterizzano la morfologia della città di Napoli. La collina dei Camaldoli è adiacente al Vomero con una altezza di circa 450 mslm. Le origini dei Camaldoli sono molto antiche. È una struttura molto importante facente parte, da un punto di vista geologico, del complesso della Caldera dei Campi Flegrei.
Divenne un importante punto di riferimento geografico per i marinai, durante la navigazione, essendo ben visibile dal mare. Era anche conosciuto con il nome di “Monte Prospetto”. Tale nome risalirebbe alla prospettiva che si gode dall’Eremo stesso da cui è visibile un bellissimo panorama di Napoli.
Il nome attuale deriva dall’eremo camaldolese che vi fu insediato nel XVII secolo. Con vari lasciti nobiliari furono edificate sia la nuova chiesa, sulle rovine di una più antica, risalente al VI secolo, che il complesso monastico e le celle degli eremiti. L’ordine dei camaldolesi dell’Eremo è somigliante a quello che si trova in Toscana. Nel 1807 i Camaldolesi furono espulsi da Giuseppe Bonaparte, re di Napoli, che soppresse gli ordini religiosi acquisendone il patrimonio e le proprietà in tutto il regno. Al ritorno dei Borbone l’eremo tornò ai frati Camaldolesi, mentre i terreni e parte delle costruzioni furono venduti a esponenti della nobiltà. Nel 1866 l’eremo fu nuovamente espropriato, questa volta dai Savoia, che però lo restituirono all’ordine. La chiesa, è opera di Domenico Fontana, sorse nel 1585, sostituendo l’antica chiesetta eretta dal vescovo Gaudioso. Il nuovo tempio fu chiamato Santa Maria “Scala Coeli”, ma il popolo continuò ad adoperare l’antica denominazione di San Salvatore a “Prospetto”. La chiesa barocca ha dipinti e affreschi di importanti pittori (XVII sec.) come Luca Giordano, Massimo Stanzione, Andrea Mozzilli e Federico Barocci ed è aperta al culto pubblico. Nel 1998, i Camaldolesi sono stati sostituiti da un gruppo di suore Brigidine, provenienti dalla Svezia. I Camaldolilli, invece, sono situati vicino l’Eremo. Fino a pochi decenni fa l’aspetto intorno al convento era unicamente campagnolo e, non tantissimi anni addietro, vi erano alcune zone che ancora non erano raggiunte dai trasporti pubblici e senza luce. La denominazione Camaldolilli era appunto un’abbreviazione dei Camaldoli derivato dall’esistenza di un convento in miniatura adibito a infermeria, costruito nel 1670 che nasce per una precisa esigenza.
Infatti, nel corso degli anni, si notò come spesso i religiosi fossero colpiti da infezioni che interessavano l’apparato respiratorio a causa delle esalazioni che provenivano dal sottostante lago di Agnano (oggi secco) dove si lavorava la canapa.
Claudio Romano
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