Battistello Caracciolo, il pittore tra Belisario Corenzio e Caravaggio
di Camilla Mazzella laureata in Studi storico-artistici
Battista Caracciolo, detto Battistello (Napoli 1578) è un pittore la cui vita è ai confini del mito e della leggenda. Pare che si sia sposato a 20 anni ed abbia avuto 10 figli. Era solito firmare quasi ogni opera senza indicare però la data. Per fortuna nell’archivio storico del Banco di Napoli vi sono documenti datati che attestano i pagamenti, il che ha consentito di stabilire le date dei dipinti. Il suo lavoro più antico, anche se oggi quasi completamente distrutto, risale al 1601 ed è l’affresco dei sei putti sulla facciata esterna del Monte di Pietà, opera alla quale lavorò con Belisario Corenzio, suo primo maestro dal quale apprese la difficile tecnica dell’affresco. Altra opera documentata è “L’Immacolata Concezione” eseguita nel 1607 per la Chiesa di Santa Maria della Stella, nella quale si intuiscono influssi caravaggeschi. Tra il 1607 e il 1610 compie opere quasi ascetiche, come il Battesimo di Cristo, conservato presso la Quadreria dei Girolamini. Del 1614 è il viaggio a Roma, documentato da diverse lettere mentre l’anno successivo esegue l’opera “La liberazione di San Pietro dal carcere” su richiesta di Giovan Battista Manzo, lo stesso committente di Caravaggio. Questa superba pala si trova nella Chiesa del Pio Monte della Misericordia e metabolizza “Le Sette Opere di Misericordia del Caravaggio”, anche essa nella medesima chiesa. Ed è proprio per aver dato vita a questo capolavoro che la critica lo considera il più importante seguace napoletano di Caravaggio. Nel suo soggiorno romano incontra Orazio Gentileschi al quale è da ricondurre il gusto un po’ sfarzoso e l’aspetto decorativo della sua pittura. Nel 1620 abbandona i contrasti e la drammaticità caravaggeschi a vantaggio di uno stile che si avvicina al classicismo di Lanfranco e di Guido Reni.
Dopo altre esperienze artistiche romane, Battistello sarà influenzato dalla “maniera” dei Carracci. A quest’ultimo periodo appartiene l’opera “La lavanda dei piedi”, nel coro della Certosa di San Martino, dove non c’è più nulla di caravaggesco. Battistello muore a Napoli nel 1635.
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