ARTURO NCOPP’’O FILO
Tutti col naso in aria, in silenziosa apprensione. Un acrobata equilibrista camminava abilmente su un cavo d’acciaio, teso dal tetto di un palazzo, trattenuto dall’altro capo verso l’edificio opposto.
Certamente non si può parlare di vertigini anche per chi da terra osservava con legittima ansia quell’uomo che per mantenere l’equilibrio, procedeva passo dopo passo, reggendo orizzontalmente una lunga asta.
Quest’uomo si chiamava Arturo Strochenheider di origine svizzera, celebre per questa sua particolare performance di abile funambolo.
Egli per campare dava dovunque spettacolo, frequente nel secondo dopoguerra, nelle piazze principali, anche con una speciale bici che con consumata abilità procedeva sul cavo, tra brividi ed urla di paura, con esperienza, fingeva di precipitare, mentre un tamburo ritmava l’esibizione.
Con il tempo, questa spettacolare dimostrazione è scomparsa, per l’età avanzata dell’acrobata e perché le autorità non permettevano tale pericolosa dimostrazione senza rete.
Arturo faceva parte, comunque, di un’epoca scomparsa, dove l’uomo, seppure con rischio, creava ogni sorta di mestiere, quando questi, divenuto così celebre, tanto che il popolo, per significare un qualsivoglia equilibrio precario diceva: “Me pare Arturo ncopp’’o filo”.
Mimmo Piscopo
Commenti
No Banner to display
“Ponte di via S. Giacomo dei Capri: i soldi ci sono”
Aldo Masullo riceve la cittadinanza onoraria
Napoli Comics chiude i fumetti perdono la casa
Dai principi di Santobono all’Ospedale pediatrico
La moda al Vomero indossa il nastro rosa in favore dell’ Airc.